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FALSI TESSUTI BURBERRY

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Sabato 26 Novembre 2016

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Falsi tessuti Burberry smerciati in tutta Italia.

I militari della Guardia di Finanza di Venezia hanno proceduto al sequestro di circa 4000 metri quadrati di tessuto riproducente il famoso motivo a tartan “Burberry Check”, necessario per il confezionamento di capi d’abbigliamento d’alta moda e biancheria per la casa, nelle città di Concordia Sagittaria (VE) e di Moncalieri (TO).

Tre i denunciati, un cinese e due italiani, in qualità di legali rappresentanti dei due esercizi sottoposti a perquisizione. Nel caso di Moncalieri, la perquisizione eseguita nei locali aziendali ha permesso di individuare un deposito che consegnava in tutta l’Italia il tessuto contraffatto. A ciò sono giunti i Baschi Verdi di Venezia, quale epilogo di una complessa indagine.

I finanzieri hanno scoperto un’intera rete distributiva di tessuto contraffatto, parte integrante di un sistema di commercializzazione che si presentava formalmente come lecita, ma che in realtà occultava un’articolata e sleale attività di contraffazione. La peculiare azione di polizia giudiziaria, di fatto, altro non è che la conseguenza dello sviluppo di dati acquisiti in analoghe operazioni svolte a cavallo dei mesi di aprile e giugno di quest’anno, quando furono sequestrati altri 2000 metri quadrati dello stesso tessuto contraffatto nella provincia di Venezia e nella città di Arezzo.

Contraffazione acclarata grazie agli approfondimenti di rito, effettuati anche con l’ausilio di periti autorizzati. I militari sono riusciti a ripercorrere inversamente il canale di approvvigionamento ed arrivare a due imprese: la commercializzazione al dettaglio veniva curata da un cittadino di etnia cinese operante nella zona commerciale di Concordia Sagittaria (VE), che parallelamente ad altra merce offriva in vendita al dettaglio il tessuto contraffatto; il fornitore, responsabile dell’illegale distribuzione, era invece una impresa gestita da cittadini italiani, localizzata nell’hinterland torinese.

La superficie del tessuto sequestrato, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Pordenone, è pari a quella di un campo da calcio ed avrebbe fruttato al dettaglio circa 400.000 euro. A seguito dell’intera operazione, sono sette, ad oggi, i commerciati implicati e che dovranno rispondere dei reati di ricettazione, produzione e vendita di articoli contraffatti, alterazione di segni distintivi di prodotti industriali e commercio di prodotti con segni mendaci. 

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