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RIENTRA IN ITALIA CON UN DOCUMENTO FALSO

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Giovedì 23 Novembre 2017

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A Como una pattuglia della Polizia di Stato, su indicazione della Sala Operativa, giungeva presso via Sagnino dove era stata segnalata la presenza di tre persone sospette in zona.

La volante individuava I.B. (del 76), I.S.R. (del 92) e S.I. (del 88), tutti di nazionalità rumena, i quali, dichiaravano di essere residenti a Milano e di essere giunti a Como in treno per andare a fare visita alla moglie di I.S.R. detenuta presso la locale casa circondariale.

Subito gli agenti facevano notare ai tre uomini l’infondatezza della loro motivazione stante la lontananza del luogo in cui si trovavano dalla casa circondariale e dalla stazione; malgrado il tentativo di addurre ulteriori giustificazioni, le stesse erano sempre più frammentarie e contradditorie.

Accompagnati dagli agenti presso gli uffici della Questura venivano effettuati i controlli di rito.

Emergeva che I.S.R., colpito da divieto di ritorno nel comune di Lecco aveva, a suo carico, varie notizie di reato e condanne per reati contro il patrimonio. I.B. risultava, anche lui colpito da numerose notizie di reato contro il patrimonio ed una nota di rintraccio dei Carabinieri di Merate a seguito di ordinanza di divieto di rientro nel comune di Paderno d’Adda.

Notificato ai due uomini il Procedimento di Foglio di Via Obbligatorio, gli agenti approfondivano gli accertamenti nei riguardi del terzo uomo.

Scoprivano che S.I. era in realtà S.R., pluripregiudicato per reati contro il patrimonio e con a carico svariati provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale, uno dei quali ancora in atto e valevole sino ad agosto del 2018.

A rivelare l’identità dell’uomo, la copia del documenti di identità, allegata al verbale di accompagnamento alla frontiera di Orio al Serio, sulla quale era apposta foto identica a quella riportata nel documento presentato agli agenti sotto il nome di S.I.

L’uomo, infatti, dopo essere stato riaccompagnato alla frontiera ed espulso, si era recato presso le istituzioni rumene dove aveva richiesto un nuovo documento d’identità (nonostante quello in suo possesso fosse ancora valido) indicando quale cognome non il proprio ma quello della moglie. Tali fraudolente informazioni che davano origine ad un documento falso, avevano quale scopo, ovviamente, rendere impossibile l’identificazione da parte della Forze dell’Ordine che ne avrebbero potuto impedire l’ingresso nel territorio nazionale.

Gli agenti, sequestrato il documento, traevano il soggetto in arresto per falsa attestazione a un pubblico ufficiale sulla identità, ed emettevano ulteriore foglio di allontanamento immediato dal territorio Italiano, in udienza il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere in attesa del processo che si terrà il prossivo lunedì 27.

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