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DRAGARE L'ALVEO DELL'ADDA

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Domenica 26 Novembre 2017

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"Quindici anni dopo l’esondazione del fiume Adda, gli interventi di messa in sicurezza del territorio di Lodi dal rischio idrogeologico a mio avviso non sono ancora terminati. Le difese spondali finora realizzate non mettono in sicurezza tutta la città".

E' il parere di Domenico Ossino, già Presidente Comitato Alluvionati Lodi (sponda destra).

In un comunicato diffuso oggi  Ossino osserva che "É necessario ancora intervenire a valle del ponte cittadino, in sponda sinistra, tutto il tratto fino a dopo la Canottieri per mettere in sicurezza tutto il Revellino. In sponda destra realizzare il proseguimento della pista ciclabile fino a congiungersi con l’arginello a valle del ponte della tangenziale per mettere in sicurezza tutta l’area Selvagreca - Valgrassa".

"Mi permetto però rammentare - rileva Ossino - che l’opera “principe” che mette in sicurezza la città dal rischio idrogeologico è l’abbassamento della briglia a valle del ponte cittadino. Intervento proposto dall’allora Comitato Alluvionati sponda destra (C.Al.Lo), unico intervento in alveo che ha abbassato il tirante idrico fluviale mettendo in sicurezza il territorio. Oggi è un modello di intervento da esportare e far conoscere ad altre città ad alto rischio idrogeologico, ad esempio Roma, città a cui le briglie stanno arrecando non pochi problemi idrogeologici".

"Dopo la catastrofica alluvione del 2002 - aggiunge Ossino - si sono realizzati manufatti fuori alveo a presidio del territorio dal rischio idraulico, opere, che ora necessitano di una manutenzione periodica e programmata. Mai si è intervenuti con la manutenzione direttamente sul corso del fiume, che combinata con gli interventi realizzati risulta, uno strumento fondamentale per la riduzione del dissesto idraulico, del rischio per le persone, per le cose e per il patrimonio ambientale, nonché per la riqualificazione ambientale del territorio stesso, con positive ricadute anche economiche-occupazionali, coerentemente con quanto previsto dai principi dello sviluppo sostenibile".

"Ed è arrivato anche il tempo di dragare il nostro fiume - conclude Ossino - bisogna governarlo direttamente in alveo, perchè altrimenti bisognerà mettere in campo altri interventi faraonici di innalzamento degli argini se non si vogliono correre rischi". 

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