"La grande maggioranza degli elettori lombardi (quasi il 62%) non è andata a votare: a vincere è stato quindi l’astensionismo".

Lo scrive in un intervento ufficiale Fabrizio Santantonio, segretario provinciale del PD lodigiano.

"La stragrande maggioranza del 38% che ha votato ha scelto il “sì”. Insomma, tutto ampiamente prevedibile, senza bisogno di un referendum costoso, privo di conseguenze concrete e che non è stato quel travolgente successo di partecipazione popolare che Maroni cerca di spacciare - rileva Santantonio -. A differenza del Veneto, dove a votare si è recato oltre il 57% degli elettori, e dove però si inizia già a uscire dai binari del federalismo costituzionale, con due proposte di legge approvate oggi dalla giunta Zaia per richiedere lo Statuto Speciale ed il 90% di Irpef, Ires e Iva riscosse in regione".

"Dopo che ha impiegato 5 anni per arrivare ad un referendum ininfluente, speriamo che Maroni riesca a fare i passaggi necessari per avviare il negoziato con il Governo nei  5-7 mesi che ci separano dalla fine della legislatura - osserva il segretario del PD - : ci vuole poco, l’Emilia Romagna ce l’ha fatta in 35 giorni (tra il 29 agosto ed il 3 ottobre) e dopo due settimane di colloqui il 18 ottobre ha firmato la pre intesa con Palazzo Chigi".

Prosegendo nella sua disanima del passaggio referendario, Santantonio rileva che "la sperimentazione sul voto elettronico è stata davvero deludente: per avere una tendenza attendibile sull’affluenza abbiamo dovuto aspettare la tarda mattinata del giorno successivo al voto, con scene clamorose di scrutatori “reclusi” tutta notte ai seggi in balia del malfunzionamento di  chiavette Usb, e alle 18.00 di oggi non c’era ancora un dato definitivo ufficiale. Speriamo almeno che le 24.000 “voting machines” possano davvero essere riconvertite ad uso scolastico. Sono costate 24 milioni di euro e senza riconfigurazione non possono essere riutilizzate diversamente".