Dopo due anni di sosta forzata legata alla pandemia da Covid 19, l'Abio di Lodi - l'Associazione dei Bambini in Ospedale - rilancia la sua proposta.

Lo farà giovedì, 30 giugno, a partire dalle 17, nel salone dell'oratorio di Sant'Alberto in via Saragat in un incontro aperto a tutti, in particolare a quanti intendono dare il loro contributo volontario alla 'missione' del sodalizio lodigiano: assistere i bambini e le loro famiglie in uno dei momenti più delicati della loro vita come può essere il ricovero in ospedale dei piccoli per varie patologie, da quelle più gravi a quelle meno problematiche.

Per tanti bambini, soprattutto in età scolare, si tratta di una momento difficile da vivere, soprattutto nella quotidianità dell'esperienza ospedaliera, già problematica per un adulto.

Lo sanno bene i volontari dell'Abio che, dal 1994, prestano il loro servizio gratuito nelle strutture ospedaliere locali, dal reparto di pediatria a quello di accoglienza dei degenti.

"Siamo stati costretti a sospendere il nosto apporto a causa della pandemia - ci ricorda Maurizia Cambiè, attuale presidente dell'Abio a Lodi -, ma ora con la ripresa delle attività ordinarie negli ospedali lodigiani può riparitre anche il servizio assicurato dall'Associazione".

Gli operatori sanitari, in effetti, in particolare quelli di pediatria, sono in attesa di questo sostegno basilare che consente a tanti bambini di trascorrere in maniera valorizzante l'esperienza ospedaliera.

Servono, però, forze nuove che vadano ad aggiungersi alla ventina di volontari rimasti a disposizione dell'Abio.

Ecco perchè giovedì prossimo ci si ritroverà nell'oratorio di Sant'Alberto per conoscere, anzitutto, il servizio richiesto agli operatori Abio, poi le modalità per prepararsi ai compiti previsti.

Nello specifico, verrà illustrato il corso preparatorio che si terrà in autunno, con lezioni teoriche e pratiche, al termine del quale aggiungersi ai volontari che assistono i bambini e le loro famiglie in occasione del ricovero in ospedale.

"Ci attendiamo una partecipazione numerosa per riprendere in grande stile il servizio svolto per oltre venticinque anni nelle strutture ospedaliere lodigiane" conclude Maurizia Cambiè.