Dal 9 maggio all’1 giugno, la Fondazione Banca Popolare di Lodi ospita presso la sala Bipielle Arte di via Polenghi Lombardo la mostra fotografica di Loris Mario Ghisolfi, curata da Fabrizio Pavesi.

Una sessantina di immagini scattate in luoghi diversi, non importa quali; quello che conta è che la protagonista di questa mostra è la luce. È solo grazie a un taglio particolare, a un raggio che cade in un certo modo, che un fotografo può valorizzare una scena e renderla unica, catturando l’attenzione anche del pubblico più distratto: questo è il potere della luce per Loris Mario Ghisolfi, un passato da bancario, da sempre appassionato di fotografia.

Per Ghisolfi, “luce” è la parola che tutto può in fotografia e “fotografare” significa proprio “scrivere con la luce”. Rappresenta la sua linfa vitale, quel tocco magico senza il quale nulla può prendere forma e nemmeno il desiderio più semplice può essere realizzato. Dal mattino alla notte la luce cambia, trasforma l’aspetto di oggetti, di persone e del paesaggio intorno a noi: l’insignificante, eccolo mutato ai nostri occhi in qualcosa di sorprendente. «Ho voluto cristallizzare attimi irripetibili: questo, per me, è il senso del fotografare. Un’attenzione particolare è sempre rivolta anche alle caratteristiche della luce, potente alleata. Nelle parole della scrittrice Isabel Allende è riflesso il mio pensiero: “La luce è la lingua della fotografia, l’anima del mondo. Non c’è luce senz’ombra, come non c’è gioia senza dolore.” Questo è il “potere della luce”».

Loris Mario Ghisolfi, nato a Pieve San Giacomo (CR), vive a Pandino e Crema.

Si occupa di fotografia da quando era un bambino; la sua passione per lo scatto fotografico e quella per l’arte in generale sono nate consultando riviste come “Epoca” e visitando mostre e musei. La sua attenzione attualmente è rivolta soprattutto al ritratto. Ha seguito corsi e un percorso di approfondimento di fotografia a livello professionale, durato alcuni anni, con il fotografo e curatore della presente mostra Fabrizio Pavesi.