È stata tutta una messinscena per incastrare l'uomo con il quale aveva avuto dei contrasti.
Il romeno di 32 anni, arrestato a Chiari in provincia di Brescia, un mese fa per violenza sessuale su una donna di 87 anni ma poi scarcerato, perché il Dna trovato sui reperti non era il suo, sarebbe vittima di una calunnia.
È questa l'ipotesi degli inquirenti che hanno riscontrato che le tracce trovate sulle lenzuola in camera da letto della donna sono riconducibili ad un 69enne, suo vicino di casa. Sembra che i due, dopo un rapporto sessuale, abbiano voluto incastrare il romeno, che abita nello stesso palazzo, con il quale la donna aveva avuto dei contrasti.
Il legale del 32enne romeno ha annunciato che denuncerà i due per calunnia. La donna nella denuncia aveva raccontato di essere stata minacciata con un coltello dal romeno che le aveva tappato la bocca e l'aveva stuprata.
Ma le prove raccolte dagli investigatori raccontano un'altra storia.
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