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ANIMALI IN PIAZZA SAN PIETRO

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Venerdì 17 Gennaio 2020

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Sono più di 38 milioni gli animali della fattoria lombarda.

In occasione della ricorrenza di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, che si celebra ogni anno il 17 gennaio, la tradizione popolare vede anche in Lombardia parrocchie di campagna e città prese d’assalto per la benedizione della variegata moltitudine di esemplari presenti sul territorio, mentre a Roma Coldiretti e AIA (Associazione Italiana Allevatori) hanno portato in piazza San Pietro le razze più rare e curiose di mucche, asini, pecore, capre, galline e conigli salvate dal rischio di estinzione.

In Lombardia si contano un milione e mezzo di mucche, 4 milioni e 330 mila maiali, circa 30 milioni tra polli, galline, tacchini, faraone e oche, mentre le pecore e le capre sono più di 200 mila, con i cavalli, gli asini e i muli che in regione superano i 55 mila esemplari.

Ci sono poi più di un milione e 630 mila cani, oltre a 190 mila gatti e circa 700 furetti.

A questi bisogna aggiungere i pesci, gli uccelli, i criceti e gli altri animali da compagnia che vivono nelle case.

Gli animali custoditi negli allevamenti italiani rappresentano  un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto, anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e compattamento dei suoli svolto dagli animali.

In Lombardia sono minacciate di estinzione 14 razze: 6 di bovini, 3 di ovini e 5 di caprini. 

Un patrimonio composto da veri e propri tesori della natura e della storia come la Varzese, unica razza bovina autoctona della Lombardia diffusasi probabilmente dopo l’arrivo dei Longobardi, e la capra Verzaschese dal caratteristico mantello nero.

Tra i bovini a rischio ci sono poi la Cabannina, dalla particolare riga color crema sul dorso, la Bianca di Val Padana, la Rendena razza longeva per eccellenza, la Bruna Linea Carne discendente da animali diffusi in Svizzera, Austria e Baviera, e la Grigio Alpina che può arrivare a pesare fino 650 chili.

A queste si aggiungono le pecore: da quella di Corteno diffusa nella Comunità Montana di Valle Camonica, alla Ciuta che per un periodo si è creduta estinta, fino alla pecora Brianzola.

Tra le capre a rischio scomparsa in Lombardia ci sono la Orobica dalle corna imponenti, la capra Frontalasca che prende il nome dal paese dell’alta Valtellina di cui è originaria, la Bionda dell’Adamello e la capra di Livo presente ancora in provincia di Como.

In generale in tutta Italia l’allevamento è un comparto economico che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35 per cento dell’intera agricoltura nazionale, con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale con circa 800 mila persone al lavoro.

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