Sono passati alcuni anni (era il lontano 2013) dal giorno in cui R.F. (nato nel 1989 in Pakistan) affermava, recandosi al pronto soccorso dell’Ospedale Valduce di Como, di essere stato aggredito a più riprese da un agente in forza alla Questura, luogo dove l’uomo si era recato in due occasioni diverse.
La falsa dichiarazione rilasciata al medico del pronto soccorso non coincideva, però, con quanto in realtà asserito dall’uomo successivamente; infatti lo straniero ammetteva di essere stato accompagnato all’esterno degli Uffici della Questura dal poliziotto in servizio presso il corpo di guardia e di essere caduto a terra a causa della stanchezza e della sete, e non perché percosso o spintonato.
Valutati gli elementi in proprio possesso, l’autorità giudiziaria ha condannato R.F. per il reato di calunnia avendo falsamente accusato per il reato di percosse l’agente in servizio presso la Questura, ad una pena di 1 anno e quattro mesi di reclusione (nonché il pagamento delle spese processuali) pena sospesa grazie alle condizionale.
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