Gli agenti della Squadra Mobile - a seguito di articolata e corposa attività di indagine - hanno sottoposto a fermo un colombiano, S.F.C.C., classe 2001, in Italia senza fissa dimora, resosi responsabile di un ingente furto ai danni di una gioielleria di Cremona.
Ed invero, il 25 settembre verso le 16.25, un giovane alto circa 165 cm, di corporatura normale, con una coppola e una mascherina protettiva di tipo chirurgico, faceva accesso al negozio e - fingendosi sordo muto ed esprimendosi a gesti - indicava, simulando interesse, una collanina in oro bianco esposta nella vetrina esterna.
Il gioielliere prelevava il gioiello e lo appoggiava sul banco, unitamente ad altre collane contenute in un rotolo di velluto, al fine di mostrarlo al potenziale acquirente, il quale – sempre gesticolando– lasciava intendere di voler fotografare la collana; il proprietario acconsentiva e, dopo alcuni instanti, il soggetto digitava qualcosa sul proprio smartphone che riproduceva il messaggio audio “passa mio papà a pagare”.
Nella circostanza, il malvivente, approfittando della confusione creata ad arte, riusciva a raggiungere il retro del bancone di vendita e, con un gesto fulmineo, afferrava il rotolo in stoffa che conteneva circa 600 grammi di catene in oro, per un valore approssimativo di € 25.000 per poi allontanarsi senza che i dipendenti della gioielleria si accorgessero di quanto avvenuto.
Solo in seguito, i presenti all’interno della gioielleria, si avvedevano dell’ammanco, diramando la segnalazione, ma il giovane nel frattempo era riuscito a fare perdere le proprie tracce.
Veniva, quindi, immediatamente avviata un’intensa attività di indagine fondatasi essenzialmente sulla visione ed estrapolazione delle immagini del sistema di videosorveglianza, sull’analisi del traffico di cella e dei tabulati telefonici nonché sull’individuazione del soggetto.
I primi accertamenti evidenziavano come analoghi furti erano stati commessi in altre due città del centro nord.
Ciò consentiva agli uomini della Squadra Mobile di richiedere e acquisire il traffico telefonico di cella dei ponti radio adiacenti ai tre esercizi commerciali e, utilizzando un software di ultima generazione, di isolare un’utenza cellulare spagnola.
L’acquisizione del traffico telefonico dell'utenza permetteva di esaltarne altre tre in contatto con la prima e presenti sul furto commesso a Cremona.
L’attività investigativa successiva permetteva di individuare una struttura alberghiera dell’hinterland milanese, dove alloggiavano 4 sudamericani, due fratelli e le rispettive compagne, subito identificati.
Le immagini fotosegnaletiche dei quattro colombiani venivano comparate con l’immagine di colui che aveva perpetrato il furto e sottoposte altresì a riconoscimento fotografico da parte dei dipendenti e del titolare della gioielleria.
Altro elemento di rilievo veniva fornito dall’individuazione, effettuata grazie all’operato dagli investigatori della Squadra Mobile, dell’auto - con targa francese - utilizzata dai malviventi il giorno del furto.
La macchina era stata difatti tracciata, attraverso il sistema di lettura targhe nella provincia di Cremona in un orario compatibile con quello dell’evento delittuoso.
Sussistendo il concreto e attuale pericolo che il soggetto potesse darsi alla fuga si procedeva al fermo nei confronti dell’uomo.
Contestualmente venivano deferiti in stato di libertà per il reato di furto aggravato gli altri tre complici. A carico della banda sono stati raccolti, altresì, importanti e circostanziati elementi per ritenere altamente probabile che la stessa si sia resa responsabile di analoghi furti recentemente perpetrati in almeno altre sette città del Centro - Nord Italia per i quali è ancora in corso l’attività di indagine.
L’uomo si trova ora istretto la Casa Circondariale di San Vittore di Milano a disposizione dell’A.G. di Cremona.
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