Sono circa 150 gli ettari coltivati a canapa in Lombardia, una pianta versatile dai molteplici utilizzi tanto che tra gli operatori del settore viene definita un vero e proprio “maiale vegetale” considerato che non si butta via nulla.
Sono i dati diffusi in occasione dell’apertura del secondo Salone della canapa in programma a Milano fino a domenica.
Se nel 2006 questa coltivazione nella nostra regione non esisteva, nel 2014 la sua produzione si registrava a Lodi, Mantova e Pavia.
Oggi, invece, campi dedicati a questa coltura si trovano praticamente in tutte le province lombarde. A livello nazionale – secondo stime Coldiretti –, sono quasi 4mila gli ettari coltivati nelle campagne, dove crescono le esperienze innovative: si va dagli eco-mattoni isolanti all’olio antinfiammatorio, dalle bioplastiche ai tessuti ottimi sia per l’abbigliamento che per l’arredamento, fino ad arrivare a semi, fiori per infusi, pasta, biscotti e cosmetici. In Lombardia, in particolare, si punta soprattutto su cibo e bellezza, con esempi di imprenditori agricoli che producono cracker, birra, olio per cucinare, tisane e creme per la pelle.
Per la coltivazione e vendita di piante, fiori e semi a basso contenuto di principio psicotropo, si stima a livello nazionale un giro d’affari potenziale di oltre 40 milioni di euro. La grande attenzione che questa pianta sta ricevendo rappresenta un ritorno per le campagne italiane: fino agli anni ’40, infatti, con quasi 100mila ettari il nostro Paese era il secondo maggior produttore di canapa al mondo, dietro soltanto all’Unione Sovietica.
Il declino è arrivato per la progressiva industrializzazione e l’avvento del “boom economico” che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche.
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