Alcune forme di somministrazione e interposizione illecita di manodopera, reintrodotte come illeciti penali dopo il decreto Pnrr, sono state al centro delle centinaia di controlli operati in tutta Italia sulla multinazionale della logistica Dhl.
Oltre 400 carabinieri del Comando per la Tutela del Lavoro e dei reparti territoriali di oltre trenta pronvice italiane hanno eseguito verifiche, su delega della Procura di Milano, su ben 918 lavoratori e 538 veicoli.
Durante la vasta operazione sono stati intervistati 676 driver, invitati a riferire sulle retribuzioni percepite, sulle modalità del lavoro svolto per conto di Dhl e sulle condizioni nelle quali sono state svolte le varie mansioni.
Ne è emerso un quadro complessivo critico: su 51 società appaltatrici di Dhl Express, 15 avrebbero fatto emergere irregolarità di vario genere in tema di sicurezza sul lavoro, formazione carente e omessa sorveglianza sanitaria.
Per questo undici titolari o rappresentanti legali delle società controllate sono stati denunciati alle rispettive Procure, mentre in un centro attivo in provincia di Milano sarebbero stati trovati sette dipendenti in condizioni di sfruttamento, dei quali tre in nero.
I militari, nel corso dell'intervento, hanno eseguito anche un decreto di sequestro preventivo di beni da oltre 46 milioni di euro.
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