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CURE PALLIATIVE A DOMICILIO

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Venerdì 11 Novembre 2022

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Quando la malattia non risponde più alle terapie specifiche  e il controllo dei sintomi fisici, degli aspetti psicoemotivi e spirituali e dei problemi sociali diventa predominante - è necessario guidare il paziente e i suoi familiari verso la consapevolezza della prognosi e l’accettazione della condizione di terminalità: solo così è possibile costruire un percorso per dare un senso al tempo che rimane, perché sia dignitoso ma soprattutto vissuto.

Sono proprio la dignità e il rispetto della persona nel fine vita a motivare ogni giorno i componenti dell’équipe di Cure Palliative e Hospice della ASST di Lodi, diretta dal dottor Diego Taveggia. L’Unità, che dal 2009 è al fianco di pazienti e famiglie che devono affrontare il difficile momento del fine vita, può contare oggi su 9 medici, 21 infermieri, coordinati da Carmelo Collemi, 8 OSS, 1 Assistente Sociale, 1 Psicologo e una figura amministrativa che fornisce un prezioso ruolo di supporto a tutte le attività.

“L’équipe di Cure Palliative e Hospice ha un mandato molto particolare e delicato che può assolvere solo con la grande professionalità, l’affiatamento, la collaborazione, il rispetto e l’empatia. Sono queste caratteristiche che fanno la differenza e il gruppo che dirigo le possiede tutte. Ciò ci consente di lavorare bene, in un clima positivo e orientato al malato e il risultato tangibile è non solo l’atmosfera serena che riusciamo a garantire ma anche i legami che si creano con lui e con la sua famiglia”, sottolinea Diego Taveggia. “Consapevolezza e accettazione sono due condizioni che richiedono tempi lunghi e un delicato lavoro di presa in carico precoce e di gestione delle varie fasi che possono condurre il paziente da una situazione di vita indipendente a un ricovero in Hospice. Per questo sono state potenziate e diversificate le modalità di presa in carico, per assecondare il più possibile le esigenze del paziente e del suo nucleo familiare compatibilmente con le sue condizioni cliniche”.

Nel 2019 sono state 327 le prese in carico al domicilio, 408 nel 2020, 392 nel 2021 con una previsione di 474 nel 2022.

Oggi, pertanto, anche a seguito di un aumento della richiesta, è stata potenziata l’attività presso il domicilio del paziente con l’attivazione di una terza équipe di Cure Domiciliari che dal 17 ottobre opera sul territorio di Sant’Angelo Lodigiano.

“La nuova équipe di Cure Domiciliari a Sant’Angelo Lodigiano – dichiara Salvatore Gioia, Direttore Generale della ASST di Lodi - insieme a quella di Lodi e di Casalpusterlengo, garantisce una capillarità ottimale su tutto il territorio Lodigiano. Questo ampliamento dell’attività ha richiesto un notevole investimento da parte dell’Azienda, che ha messo a disposizione un medico e due infermieri, per continuare a perseguire l’intento e l’impegno di evitare, per quanto possibile, l’ospedalizzazione e di privilegiare una presa in carico individuale e personalizzata in particolare in quei casi in cui la permanenza al domicilio può garantire serenità e stabilità emotiva al paziente.”

Le tre équipe, formate da un medico e tre infermieri ciascuna,  offrono un’assistenza altamente professionale - in grado di fornire il supporto necessario sia in termini di assistenza medica che di sostegno psicologico – direttamente a casa dei pazienti, in modo così da permettere di mantenere il legame con il proprio ambiente di vita e con il nucleo familiare di appartenenza.

Sempre in un’ottica di valorizzazione dell’autonomia del paziente, è attivo a Lodi e Casalpusterlengo l’ambulatorio di Cure Palliative  rivolto alle persone in fase di terminalità che hanno una autonomia funzionale tale da consentire loro l’accesso ai servizi ambulatoriali e il coinvolgimento nelle scelte che le riguardano. Anche in questo caso gli accessi ambulatoriali, che erano  stati 329 nel 2019 e si erano ridotti a 169 nel 2020 a causa del rallentamento dovuto alla pandemia, hanno registrato una ripresa importante con 383 accessi nel 2021 e 742 previsti per il 2022.

“L’ambulatorio di Cure Palliative è rivolto a pazienti che hanno un buon grado di autonomia funzionale e motoria, ma che sono affetti da patologie progressive e irreversibili, la cui presa in carico esce dalla prospettiva delle cure finalizzate alla guarigione ma è necessaria a garantire una qualità di vita il più possibile adeguata, pur nella gravità della malattia”, spiega Taveggia.

Altro servizio importante offerto dall’équipe è quello delle consulenze intraospedaliere che, grazie alla strettissima collaborazione di questi ultimi due anni con i Dipartimenti Oncologico e Medico e  con l’Unità Operativa di Oncologia, hanno registrato un aumento molto significativo passando dalle 420 del 2019 e 429 del 2020 alle 780 del 2021 con una proiezione che ci porta verso le 1.128 consulenze nel 2022.

“La nostra è una delle poche  realtà in cui è prevista la presenza fissa di un palliativista in oncologia, con un protocollo aziendale che attribuisce  al palliativista la responsabilità clinica del malato in attesa di ricovero in Cure Palliative, che a volte può richiedere qualche giorno, mentre la responsabilità assistenziale rimane a carico del  comparto del reparto di degenza. La presenza di un medico di Cure Palliative in tale contesto è infatti fondamentale anche perché consente fin da subito di impostare la relazione utilizzando un registro linguistico che sarà lo stesso che il paziente troverà nel setting successivo”, continua Taveggia. “Ormai si parla di cure simultanee con una forte integrazione tra le équipe ospedaliere e le Cure Palliative: integrazione che, è dimostrato, riduce l’ansia del paziente, aumenta la consapevolezza di prognosi, migliora la qualità della vita vissuta dal malato e dai famigliari determinando anche una riduzione, un sostanziale azzeramento nel nostro caso, degli accessi in rianimazione o in Pronto Soccorso”.

In base al principio fondamentale del rispetto della dignità e dei bisogni del paziente, anche il ricovero in Hospice è inteso sostanzialmente come un prolungamento della propria residenza abituale nel quale l’assistito, con malattia evolutiva a prognosi infausta in fase avanzata, viene accompagnato con un appropriato sostegno medico, infermieristico, psicologico e spirituale, affinché viva con dignità e nel modo meno traumatico e doloroso possibile il fine vita, accanto al proprio nucleo familiare che collabora e partecipa alle attività quotidiane. In questa fase è fondamentale anche il sostegno delle Organizzazioni di Volontariato il Samaritano e Pallium che, oltre a supportare l’attività dello psicologo aziendale e a garantire una rotazione quotidiana di volontari in corsia, finanziano le terapie complementari e le attività diversionali. L’Hospice di Casalpusterlengo ha assistito, in questi ultimi 4 anni, più di mille pazienti: 326 nel 2019, 293 nel 2020, 310 nel 2021 e si prevede di arrivare a 252 nel 2022, con un prolungamento dei tempi di degenza.

“Lo standard di presa in carico del Distretto di Lodi con i suoi 2 Hospice e 4 enti erogatori di cure palliative domiciliari è il più alto del territorio di ATS Città Metropolitana di Milano dove la media è di  22 malati ogni 10.000 abitanti mentre nella ASST di Lodi è di 32.”, precisa il Direttore dell’Unità di Cure Palliative e Hospice dell’ASST di Lodi. L’Unità è anche capofila della Rete Locale di Cure Palliative (RLCP) di Milano Est, che comprende i distretti di Lodi e Melegnano-Martesana con un bacino di utenza di circa 1 milione di abitanti e coordina funzionalmente 5 Hospice, talvolta supportati anche con l’invio del proprio personale medico, e 22 Unità di Cure Palliative in un’ottica di collaborazione tra enti pubblici e privati e tra ospedale e territorio.

“Il nostro lavoro è riconosciuto anche a livello internazionale: abbiamo ottenuto recentemente il rinnovo dell’accreditamento ESMO (European Society for Medical Oncology) come Centro di Integrazione tra i servizi di Oncologia e Cure Palliative. L’accreditamento ha durata di tre anni e i parametri per ottenerlo cambiano adeguandosi all’evoluzione nel tempo dei bisogni del paziente”, conclude il dottor Taveggia. “ESMO è una organizzazione internazionale che conta più di 25.000 membri provenienti da più di 160 paesi di tutto il mondo ed è un punto di riferimento in ambito oncologico. Dal 2013, primo anno in cui la Società Europea di Medicina Oncologica ha concesso l’accreditamento alla nostra struttura, è stato necessario un costante adeguamento ai nuovi standard che di volta in volta la Società definiva in base ai bisogni dei pazienti”.

 

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