Il diabete di tipo 2, quello che si esprime in particolare nell'obesità, si può e si deve prevenire.
Lo ha ribadito a Lodi, nella sala consiglio di Palazzo Broletto sede del Comune, Michele Carruba, coordinatore dell'Health City Institute della Lombardia, nel corso dell'incontro di presentazione della rete che si pone co me obiettivo principale proprio quello della prevenzione del diabete.
"Ne va della sostenibilità economica del Sistema Sanitario nazionale, fiore all'occhiello a livello mondiale" ha rincarato la dose l'esperto.
In effetti, come ha ricordato nel suo intervento in video-messaggio Emanuele Monti, presidente della commissione regionale sulla sostenibilità sociale, riportando i dati preoccupanti della diffusione del biabete in Lombardia: l'obesità interessa ormai il 35% della popolazione lombarda e, in termini di spesa sanitaria, l'80% delle risorse a disposizione.
Di qui la necessità di prevenire questa forma di diabete, legato in sostanza agli stili di vita che caratterizzano la nostra esistenza oggi: sedentarietà e cibo inadeguato sia in termini di quantità e di qualità.
Si tratta quindi di puntare su informazione diffusa e adozioni di stili di vita adeguati - spazio in particolare all'attività sportiva - che consentono di evitare l'insorgere della malattia.
Tutti d'accordo, dal sindaco Andrea Furegato, alla consigliera delegata alla salute, Silvana Cesani, al direttore generale dell'Asst di Lodi, Guido Grignaffini, a Vincenzo Di Maro, presidente dell'associazione diabetici del Lodigiano.
Al termine dell'incontro, siglato l'accordo del City Commitment for Better Health che inserisce anche la città di Lodi nella rete internazionale per la prevenzione del diabete.
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