Dopo il caso di aggressione da parte di un diciassettenne ad un controllore di Star Mobility a Sant'Angelo Lodigiano, scende in campo anche il Coordinamento nazionale dei docenti di diritti umani, con un intervento del suo presidente nazionale, Romano Pesavento.
Nel comunicato si sollecita la presenza nelle scuole di docenti di diritto per educare i giovani al rispetto delle regole.
Ecco il testo del Coordinamento:
"Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) esprime ferma condanna in merito al grave episodio verificatosi su un autobus di linea diretto a San Donato Milanese, ove un minore di 17 anni ha aggredito un controllore nell’esercizio delle proprie funzioni.
L’atto violento, qualificabile giuridicamente nei termini di lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale (artt. 582 e 337 c.p.), non rappresenta solo un’offesa individuale alla persona del lavoratore colpito, cui rivolgiamo solidarietà e vicinanza, ma costituisce altresì una violazione dell’ordinamento democratico, che si fonda sulla tutela della legalità e sul buon andamento della pubblica amministrazione (art. 97 Cost.).
Il CNDDU ritiene che episodi di tale natura non possano essere affrontati esclusivamente con strumenti repressivi, ma debbano essere letti come indicatori di un più ampio disagio sociale ed educativo. È compito della scuola – in sinergia con le famiglie e le istituzioni – farsi presidio culturale contro ogni forma di devianza, promuovendo una cultura della legalità e della responsabilità civica.
A tale proposito, appare opportuno interrogarsi criticamente sull’attuale quadro normativo. La Legge 20 agosto 2019, n. 92, che ha introdotto l’insegnamento trasversale dell’Educazione civica, rappresenta certamente un passo importante, ma si è rivelata strutturata in modo fragile, in quanto l’affidamento generico a tutti i docenti ha reso tale insegnamento privo di un referente disciplinare solido. La mancanza di una competenza giuridica specifica rischia di relegare l’educazione civica a un insieme di iniziative frammentarie, prive della necessaria sistematicità.
Il CNDDU sottolinea che l’educazione alla legalità, se non affidata a figure professionali adeguatamente formate – in primis docenti di diritto ed economia – rischia di rimanere un contenitore vuoto, incapace di incidere realmente sui comportamenti giovanili e di prevenire episodi di violenza e illegalità.
Alla luce di ciò, il CNDDU rivolge un appello al Ministro dell’Istruzione e del Merito, prof. Giuseppe Valditara, affinché:
- venga rivista l’attuale applicazione della Legge 92/2019, con l’introduzione di una docenza specialistica in materia giuridica e civica;
- si potenzi il monte ore destinato all’educazione alla legalità, prevedendo percorsi curricolari stabili e non occasionali;
- si favorisca la formazione dei docenti nell’ambito del diritto costituzionale, penale minorile e dei diritti umani, così da garantire autorevolezza e coerenza metodologica.
L’aggressione di Sant’Angelo Lodigiano ci ricorda con drammatica evidenza che la violenza minorile non nasce dal nulla, ma si nutre di disattenzioni educative e carenze istituzionali. Solo un’educazione civica strutturata, affidata a chi possiede competenza tecnico-giuridica, può fornire ai giovani strumenti per comprendere il valore delle norme, la funzione della legge come tutela dei diritti e il principio di responsabilità individuale.
Il CNDDU ribadisce che l’educazione ai diritti umani e alla legalità deve costituire un pilastro organico e qualificato della scuola italiana, non un adempimento burocratico. La prevenzione passa dall’aula: solo formando cittadini consapevoli e rispettosi sarà possibile tutelare il futuro della nostra democrazia".
Romano Pesavento, presidente CNDDU
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