Una mamma accompagna la sua bimba in un bagno pubblico, ma mentre si trovano lì la piccola si accorge che per terra, nello spazio sotto al divisorio da quello adiacente, c’è un telefono cellulare con la telecamera rivolta verso l’alto.
Lo fa notare alla madre che avverte subito il marito, il quale chiama la polizia, segnalando la presenza di un uomo nei servizi igienici delle donne che, probabilmente, stava facendo dei video di nascosto.
Dopo aver capito di essere stato scoperto, l’uomo ha tentato di darsi alla fuga, ma è stato bloccato in flagranza di reato.
È accaduto nei bagni del salone arrivi dell’aeroporto milanese di Linate.
Gli agenti della Polizia di frontiera hanno subito individuato la persona segnalata, l’hanno inseguita e fermata.
Durante la perquisizione, l'uomo un trentenne ha spontaneamente mostrato il proprio cellulare agli agenti per dimostrare che non aveva fatto nessun video, ma quando è stato esaminato lo zaino che portava con sè, al suo interno è stato trovato un secondo telefono, privo di Sim.
Nel secondo dispositivo i poliziotti hanno trovato numerosi video contenenti le parti intime di diverse donne e minorenni, effettuati di nascosto non solo nei bagni pubblici, ma anche negli spogliatoi di impianti sportivi.
La successiva analisi dei cellulari ha anche evidenziato la frequentazione, da parte dell’arrestato, di gruppi telematici specializzati in contenuti pedopornografici.
La perquisizione è stata estesa anche all’abitazione del fermato, all’interno della quale gli agenti hanno sequestrato altri tre cellulari, un tablet e un personal computer, dai quali sono stati estrapolati circa 5mila file tra filmati e foto a sfondo pedopornografico, oltre a numerosi video autoprodotti relativi a minorenni all’interno di bagni e spogliatoi.
Ora il giovane è a disposizione dell'autorità giudiziaria milanese.
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