Tre linee su cui muoversi, tre bisogni principali a cui rispondere, sfruttando le strutture locali e e le donazioni confluite nel Fondo Emergenza Ucraina promosso da Fondazione Comunitaria di Lodi e Caritas con il supporto del quotidiano Il Cittadino, grazie all’appoggio continuo della Fondazione Cariplo.
Le descrive Giovanna Gargioni, sindaco di Borghetto e presidente dell’Assemblea distrettuale dei Sindaci dell’ambito di Lodi che con l’Ufficio di Piano sta coordinando la gestione del sistema integrato di interventi e servizi sociali nell’emergenza Ucraina, compito affidato dalla Prefettura di Lodi.
“In queste settimane abbiamo definito la formula per l’accoglienza, avviato l’ospitalità, gestito la parte burocratica e date indicazioni sanitarie – spiega -. Ora stiamo lavorando sull’individuazione dei bisogni principali, alla luce anche del fatto che il numero delle richieste è sempre in leggero aumento 15/20 unità a settimana ma non più in modo esponenziale come nelle settimane iniziali”.
Alcune azioni sono state completate: sul sito dell’Ufficio di Piano ci sono i moduli con i quali è possibile manifestare la propria disponibilità in ambito di accoglienza sia da parte di Enti del Terzo settore che da persone fisiche che hanno appartamenti sfitti e che vogliono metterli a disposizione.
Poi c’è un bando della Protezione civile per sostenere i bisogni quotidiani dei profughi ucraini, che si aggiunge ai fondi che il Governo intende fornire a minori e adulti.
Gli interventi sono numerosi, i bisogni ancora di più. Per questo il fondo Emergenza Ucraina è di cruciale importanza, anche in prospettiva futura. Giovanna Gargioni, secondo lei quali sono i filoni per cui verranno utilizzati i contributi raccolti con il Fondo Emergenza Ucraina, istituito dalla Fondazione Comunitaria di Lodi con Caritas e Cittadino e sostenuto da Fondazione Cariplo?
“Abbiamo già individuato tre filoni. Anzitutto occorre trovare i mediatori culturali che lavorino insieme agli assistenti sociali per incontrare i nuovi nuclei familiari, che si registrano presso la polizia locale e chiedono ospitalità. Dopo questo primo passaggio, infatti,si tiene un colloquio con l’assistente sociale territoriale, in cui la famiglia esprime quali sono i suoi bisogni. Se c’è un minore, ad esempio, occorre capire se vuole essere inserito a scuola o se intende continuare a seguire le lezioni dall’Ucraina con la Dad. A quel punto siamo noi a fornire il supporto pratico o tecnologico necessario. Molte scuole in Ucraina sono ancora aperte e funzionano, quindi in tanti casi i ragazzi preferiscono continuare il loro ciclo di studi, anche perché vedono la permanenza in Italia come temporanea e vogliono rientrare nel loro paese. Inoltre sarà disponibile sul sito dell’Ufficio di Piano a breve un vademecum che racchiude tutte le informazioni più importanti da dare ai cittadini ucraini dall’assistenza sanitaria, all’iscrizione scolastica”.
Questo è il primo grande filone. E il secondo?
“Un altro aspetto è quello degli aiuti pratici, ad esempio per pagare le bollette oppure per sostenere con terapie farmacologiche ed assistenza sanitaria coloro che sono arrivati e hanno delle problematiche a livello medico. Non pochi, visto che spesso i nipoti sono arrivati in Italia anche o solo con le nonne. Il terzo aspetto riguarda l’offerta di prestazioni sociosanitarie a queste persone, come ad esempio l’assistenza dello psicologo che possa aiutare chi è stato accolto e superare il trauma della guerra e della fuga dal proprio paese”.
Come verranno valutate le proposte e gestiti i contributi donati nel Fondo Emergenza Ucraina?
“Gli assistenti sociali dei comuni si occuperanno di definire piani e progetti di intervento per i singoli nuclei o per i gruppi di profughi e cercheranno gli specialisti già attivi nell’area; poi noi valuteremo le loro richieste. Una volta la settimana si tiene una cabina di regia, cui prendono parte l’Ufficio di Piano e le tre realtà territoriali cui fanno capo tutti gli assistenti sociali che lavorano nei comuni. Si tratta, dell’Assc di Casalpusterlengo, dell’Acsi (Consorzio Lodigiano) e dell’Asp Basso Lodigiano, gli enti erogatori dei servizi sociali. In questa cabina di regia si raccolgono i bisogni e si cerca i dare risposta attingendo al fondo creato dalla Fondazione Comunitaria di Lodi con Caritas e Cittadino”.
Una cabina di regia che continuerà a sovrintendere alle necessità anche nei mesi a venire, contando sul sostegno del “salvadanaio” del Fondo Emergenza Ucraina, che continua a raccogliere contributi.
Il Fondo può ricevere donazioni e lasciti disposti da privati cittadini, enti e imprese che ne condividano le finalità ed è costituito presso la Fondazione Comunitaria di Lodi, ente filantropico attivo nel lodigiano da 20 anni, che garantirà trasparenza e un rendiconto delle spese sostenute.
Per dare il proprio contributo è possibile fare una donazioni tramite bonifico bancario intestato alla Fondazione Comunitaria oppure una donazione online sul sito della: www.fondazionelodi.org, specificando nella causale ” Erogazioni liberali- emergenza ucraina”. Ecco i conti correnti utili: Banco BMP - IBAN: IT24C0503420302000000003822 Banca Centropadana Credito Cooperativo -IBAN: IT70U0832420301000000018127
Era ricoverato a San Giovanni Rotondo, in Puglia, per...
E' accaduto nel Cremonese; le forze dell’ordine stanno...
Un uomo di 57 anni di Vescovato ha improvvisamente perso...