"Desta forte preoccupazione la discussione in atto nel Milanese sul futuro dell'area Trenno": a dichiararlo è il presidente di Confagricoltura Milano, Lodi, Monza Brianza, Amedeo Cattaneo.

Come noto, su quei 50 ettari di terreno agricolo, reso fertile dal lavoro degli operatori di 36 aziende agricole riunite nel consorzio del Distretto Agricolo Milanese, esiste una sorta di 'spada di Damocle'.

C'è chi vorrebbe, infatti, che questa area facesse spazio ad una esperienza non meglio precisata di 'orti urbani' da affidare a chi per diletto ama trafficare con l'agricoltura.

C'è chi, invece, forte di una decennale esperienza da professionista dell'agricoltura come gli imprenditori riuniti nel Dam, ha messo a punto un progetto ben definito che coniuga agricoltura, sviluppo sostenibile e attività sociali, culturali e didattiche. 

"Si tratta del progetto Agrilab - specifica Cattaneo - messo a punto dal Distretto in collaborazione con la Facoltà di Agraria e la Caritas milanese".

Il progetto è già stato presentato da tempo al Comune, ma sinora non è giunta alcuna indicazione da Palazzo Marino.

Tra gli imprenditori agricoli c'è il timore diffuso che l'idea cara a certo ambientalismo senza fondamenti di un affidamento diretto dei terreni in zona Trenno ad operatori comuni non possa far altro che depauperare quei terreni, lasciandoli in balia dell'ignoto.

"Un vero e proprio schiaffo nei confronti degli imprenditori agricoli milanesi che - osserva il presidente di Confagricoltura Milano, Lodi, Monza Brianza - sono stati capaci di rinnovare profondamente l'agricoltura locale attingendo a piene mani dalla ricerca scientifica e tecnica applicata all'agricoltura, con uno sforzo economico e finanziario non indifferente".

Grazie a questi operatori è stato possibile confermare anche la provincia di Milano ai vertici dell'agricoltura lombarda ed italiana: un patrimonio da non perdere, ma da valorizzare.

"Ecco perché chiediamo - conclude Cattaneo - che il Comune di Milano faccia grande attenzione alle scelte che verranno operate sul futuro dell'area Trenno".