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FRODE FISCALE, ARRESTATO A BUCAREST

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Mercoledì 11 Gennaio 2017

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Nuovi sviluppi dell'Operazione Transilvania della finanza di Brescia.

Il 28 novembre scorso i militari, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Brescia, avevano hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Brescia nei confronti di 4 persone (3 in carcere e 1 agli arresti domiciliari).

L’ipotesi di reato per la quale si procedeva era l’associazione per delinquere finalizzata a commettere un numero indeterminato di reati fiscali, ovvero emissione ed annotazione di fatture fittizie ed occultamento delle scritture contabili, riciclaggio dei proventi illeciti con l’aggravante della transnazionalità del reato.

L’Operazione, che ha interessato, oltre al territorio nazionale, la Romania (da qui il nome dell’operazione “TRANSILVANIA”), l’Ungheria e l’Ucraina, ha consentito di individuare due figure (padre e figlio) quali principali attori di un vasto ed articolato sistema fraudolento che ha portato all’accertamento di fatture false per circa 165 milioni di euro e all’individuazione di “retrocessioni” di denaro contante per un importo complessivo stimato in circa 20 milioni di euro.

Tra gli appartenenti al sodalizio criminale era stato individuato anche Thomascristian BOTOAGA-GRAMA, 33enne italiano residente a Bucarest, anch’egli destinatario di un’ordinanza in carcere. Il ruolo del BOTOAGA-GRAMA, più nel dettaglio, consisteva nel partecipare alla gestione di società “cartiere” con sedi formali in Romania ed Ucraina, ossia emittenti di fatture fittizie, nonché nel recarsi presso gli istituti di credito esteri allo scopo di “monetizzare” il denaro prelevandolo da conti correnti intestati alle società cartiere.

Si trattava, dunque, di un vero e proprio “trasportatore professionista” di denaro contante tra l’Italia e l’Europa dell’est.

A titolo esemplificativo, BOTOAGA-GRAMA era stato fermato nel marzo 2015 dai militari della Guardia di finanza al confine italosloveno e trovato in possesso di oltre 145.000 euro, occultati sulla persona, in più tasche dei propri indumenti. Il trasporto del denaro contante, pertanto, avveniva “via gomma”: in circa otto ore di viaggio venivano trasferiti diverse centinaia di migliaia di euro tra le capitali dell’est Europa e il territorio bresciano. 

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