Una lunga attività di indagine svolta dalla Guardia di Finanza, partita da Trieste e, poi, sviluppata su tutto il territorio nazionale, ha portato alla luce una colossale evasione fiscale in danno dell’Erario.
Un gruppo di imprenditori, attivi principalmente in Lombardia, hanno acquistato, nel corso degli ultimi mesi, ingenti quantitativi di prodotto petrolifero, estraendolo da un maxi-deposito fiscale a Trieste.
Invece di pagare le somme dovute all'erario - oltre 10 milioni di euro - le varie società 'compensavano' i tributi da versare con crediti IVA fittizi, generati principalmente da imprese decotte.
Successivamente, un commercialista si adoperava a trasferirli a beneficio delle società obbligate al pagamento delle imposte sugli oli minerali.
Sulla scorta del quadro investigativo ricostruito dalle Fiamme Gialle, la Procura di Trieste ha richiesto ed ottenuto dal G.I.P. l’emissione di provvedimenti restrittivi nei confronti di 4 soggetti – tre imprenditori lombardi ed un commercialista toscano – principali artefici della frode, per i quali il Giudice ha disposto gli arresti domiciliari.
Contestualmente, nei confronti di 10 indagati è scattato il sequestro preventivo “per equivalente” per un controvalore pari all’entità dell’evasione realizzata da ciascuno, per distinti importi complessivamente pari a circa 18 milioni di Euro.
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