"Le giornate della Memoria sono una bella occasione per ricordare e riflettere, facendo attenzione a non sorvolare sulle nostre responsabilità, a non illuderci che basti "commemorare", per finire nella colonna dei buoni.
Commemorare, infatti, è un’azione “passiva”, che non ci dice cosa avremmo fatto noi se ci fossimo trovati, allora, nel luogo dove avveniva il crimine, ma soprattutto non racconta come ci comportiamo nel presente di fronte all’ingiustizia che pervade le interazioni tra gli uomini, oggi.
Commemorare deve servire a riempirci di domande, a chiederci come è il nostro rapporto con tutti i tipi di diversità, per etnia, religione, condizione sociale, orientamento sessuale. Qui ed ora.
Spesso risolviamo questo rapporto in maniera sbrigativa, perché magari, direttamente o intenzionalmente, non facciamo nulla di male, niente che possa essere messo in connessione con la situazione di chi sta male.
Oggi non è sufficiente "Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te stesso", oggi è tempo di scegliere la versione attiva di quello stesso principio: “Tutte le cose che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro”. In questa versione l’inattività e' sullo stesso piano dell’omissione e dunque rende responsabili, cioè colpevoli, tutti coloro che prima credevano bastasse guardare dal divano di casa, senza agire in prima persona.
Troppo comodo pensare a “loro”, i nazifascisti, e a “noi”, tutti noi, come soggetti estranei, separati da un crinale netto, questa è l’illusione che ci conduce a ripetere sempre gli stessi errori e a preparare le medesime tragedie, perché chiunque commetta un atto di violenza o di discriminazione verso chi è diverso da se stesso o si batta per negare dei diritti ai propri simili, diventa a tutti gli effetti complice dei nazisti, ed è molto probabile che negli anni quaranta sarebbe stato dalla loro parte.
Dunque con la Memoria sul passato, guardiamo con attenzione all'oggi, poi domandiamoci non "da che parte saremmo stati", bensì "da che parte vogliamo stare" ora, di fronte alle grandi ingiustizie e discriminazioni di oggi".
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