Avrebbero fatto giungere da Hong Kong migliaia di orologi di lusso, negli ultimi due anni, senza versare dazi e Iva, sfruttando la destinazione finale: una base militare statunitense, estranea ai fatti, utilizzando la sua extra-territorialità.
Si tratta di due uomini e di una donna, dipendenti di una delle società coinvolte nell'operazione.
A far scattare le indagini della Guardia di Finanza di Busto Arsizio, coordinata dalla relativa Procura, è stato un altro dipendente della società.
Gli orologi entravano nel nostro Paese dall'aeroporto di Malpensa per essere poi rivenduti sotto-costo nel nostro.
Il giro d'affari riguarderebbe ben sessantaquattro mila orologi di marca, per un giro d'affari complessivo di ben 103 milioni di euro; accertati dai Finanzieri almeno ottanta di queste importazioni ritenute illecite.
I tre presunti colpevoli sono stati denunciati, mentre è partito il sequestro preventivo di beni per ventitre milioni di euro, deciso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Busto Arsizio.
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