L'indagine è partita nei giorni scorsi a Piacenza, dopo i ferimenti con armi da taglio - machete e coltelli - avvenuti fra stranieri, in particolare nordafricani, in città.
Coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo emiliano, l'attività d'indagine svolta dagli agenti della Squadra Mobile, ha portato a sviluppi inattesi.
Dal momento che i contendenti agivano sotto l'effetto di stupefacenti, gli operatori si sono indirizzati negli ambienti dello spaccio di stupefacenti, scoprendo invece che le sostanze proibite potevano essere state assunte tramite farmaci oppiacei a base di tramadolo (droga del combattente) ed ossicodone (eroina dei poveri), ma anche di benzodiazepine.
Nelle indagini sarebbero finiti così due medici di famiglia con studio a Piacenza che, secondo gli inquirenti, avrebbero prescritto ai loro pazienti i farmaci indicati.
Dopo aver raccolto i riscontri necessari, uno dei due medici è finito nei guai: risulta infatti indagato per corruzione, spaccio di sostanze stupefacenti, falso in atto pubblico e truffa ai danni dello Stato.
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