Il progetto è stato condiviso dall’ASST di Lodi e da tre comuni che insistono sul Distretto dell’Alto Lodigiano: Salerano sul Lambro, Casaletto Lodigiano e Caselle Lurani. Nei primi due è stato già avviato.
Si tratta del Progetto ANXHIΣE: una iniziativa pilota che si propone un censimento della situazione socio-sanitaria e delle fragilità proprie degli over 85 anni residenti nei tre Comuni.
Quella degli ultra ottantacinquenni è una popolazione spesso vulnerabile, che in molti casi si trova ad affrontare un disagio a cui non può o non sa dare una risposta e che va accompagnata e orientata verso setting di assistenza il più possibile appropriati.
L’obiettivo specifico del progetto è la raccolta di informazioni utili per attivare interventi necessari di natura socio sanitaria.
Sono già stati fatti incontri con le popolazioni di Salerano e Casaletto per presentare il progetto; ad essi hanno partecipato anche gli infermieri di famiglia e di comunità della Casa di Comunità di Sant’Angelo Lodigiano. Nel mese di gennaio l’iniziativa dovrebbe essere avviata anche a Caselle Lurani.
Per l’occasione, si è consegnato, per la compilazione, una brevissima scheda questionario, detta “scheda di Triage”, destinata alle persone interessate per misurare e quantificare il grado di fragilità. La valutazione di una eventuale situazione di complessità potrà comportare l’attivazione dei servizi della Casa di Comunità che, in collaborazione con i medici di medicina generale si adopereranno per trovare la migliore soluzione e per la presa in carico del paziente, se è il caso anche con una indagine a domicilio.
Il progetto ANXHIΣE mira ad intercettare precocemente i bisogni, anche quelli che potrebbero in futuro complicarsi. Per questo si inserisce bene nell’evoluzione del percorso di presa in carico del paziente cronico e/o fragile di Regione Lombardia.
Il processo avviato avrà effetti positivi rispetto ad accessi impropri ai presidi ospedalieri: “ci consentirà anche - aggiunge la direttrice socio sanitaria dell’ASST Silvana Cirincione - di incrementare la rete sul territorio, la collaborazione con i medici curanti e i comuni, la promozione della salute e lo sviluppo dell’offerta delle nostre Case della Comunità, vero snodo della medicina di prossimità, a beneficio delle istanze di assistenza che emergono sul territorio”.
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