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INVERNO CON PIOGGE AL MINIMO, E’ ALLARME

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Domenica 10 Marzo 2019

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E’ allarme siccità per effetto di un inverno asciutto segnato da precipitazioni dimezzate al nord (-50%, rispetto alla media storica), che hanno lasciato a secco fiumi, laghi, invasi, terreni e senza neve le montagne, nel momento in cui l’acqua è essenziale per l’irrigazione delle coltivazioni.

E’ quanto emerge da una analisi sulla base degli ultimi dati Isac/Cnr sull’andamento climatologico dell’inverno, in occasione della settimana di #Fridaysforfuture, la mobilitazione globale che nasce con le proteste della giovane attivista svedese Greta Thunberg per chiedere ai decisori politici misure concrete contro i cambiamenti climatici.

La situazione attuale al nord è peggiore di quella del 2017 che ha creato difficoltà anche per gli usi civili nei centri urbani ed è costata 2 miliardi di euro in danni all’agricoltura a causa della siccità che ha tagliato i raccolti delle principali produzioni, dagli ortaggi alla frutta fino ai cereali, ma anche i vigneti ed il fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte.
 
Sul Po in magra sembra piena estate con il livello idrometrico al Ponte della Becca di -2,73 metri, lo stesso di inizio agosto scorso, ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dall’11% del lago di Como al 16% dell’Iseo fino al 33% del Maggiore con il fiume Ticino che a Vigevano è sceso a -105 centimetri.

In un inverno con precipitazioni dimezzate l’annunciato arrivo del maltempo è atteso come manna dagli agricoltori soprattutto al nord dove in molte zone non piove da mesi ma per essere di sollievo la pioggia deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento con gravi rischi per l’erosione del suolo.

Le riserve idriche sono necessarie nei campi per i prossimi mesi quando le colture ne avranno bisogno per crescere. Peraltro il caldo anomalo dopo un febbraio che ha fatto registrare temperature superiori di 1,38 gradi la media storica del periodo di riferimento, ha accelerato i processi vegetativi con mandorli e albicocchi che sono in fiore e i peschi già pronti a sbocciare ma tutte le coltivazioni sono in grande anticipo.

La “finta primavera” ha ingannato le coltivazioni favorendo un “risveglio” che le rende particolarmente vulnerabili all’annunciato ritorno del freddo con danni incalcolabili per la produzione. Gli effetti peraltro si fanno già sentire sui ortaggi dove è saltata ogni programmazione dei raccolti con broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole che maturano contemporaneamente per le temperature primaverili.

 

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