Nella lotta all’emersione del lavoro nero ed al caporalato, i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Lodi, assieme ai Carabinieri della Compagnia di Lodi, hanno effettuato nei giorni scorsi, un’ispezione ad un laboratorio semi-industriale di panificazione in un Comune dell’Alto Lodigiano.

Il controllo avrebbe portato a riscontrare la presenza di cinque lavoratori sprovvisti di contratto di lavoro nonché di qualsiasi tutela e diritto riconosciuto dalle leggi italiane.

Due di questi lavoratori “in nero” sarebbero stati completamente sconosciuti alla Pubblica Amministrazione poiché clandestini e non in regola con il permesso di soggiorno.

Nessuno dei lavoratori avrebbe ricevuto una sorveglianza sanitaria, informazione e formazione sulla sicurezza sui luoghi di lavoro ed avrebbero operato in una condizione di sfruttamento, desunta dalla reiterata corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti di lavoro rappresentativi, dalla reiterata violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, ai periodi di riposo, al riposo settimanale, all’aspettativa obbligatoria, alle ferie.

Inoltre i militari avrebbero riscontrato la sussistenza di violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro e la sottoposizione del lavoratore a situazioni alloggiative degradanti.

Per questo il legale rappresentante del panificio è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, arresto poi convalidato dal G.I.P. del Tribunale di Lodi.

Nell’ambito dello stesso controllo, uno dei lavoratori “in nero” è stato individuato quale percettore del reddito di inclusione ed oltre ad essere stato deferito alla Procura della Repubblica di Lodi è stato segnalato all’INPS per la revoca del beneficio.

L’attività del laboratorio è stata immediatamente sospesa ed al titolare dell’azienda sono state contestate anche ammende e sanzioni per un importo complessivo superiore ai 30.000 euro.