Assemblea dei dipendenti della Provincia di Lodi, questa mattina, nella sala dei Comuni di palazzo San Cristoforo, sede dell'ente pubblico.

I dipendenti ancora in forza alla Provincia - 118 rispetto agli oltre 200 degli anni scorsi - si sono ritrovati per fare il punto della situazione dell'ente pubblico a livello nazionale.

I rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Rsu hanno confermato la decisione di dichiarare lo stato di agitazione dei dipendenti per richiamare l'attenzione di Governo e Parlamento sulle condizioni dell'ente; rimesse in gioco dopo il 'no' espresso nel referendum sulla riforma del sistema delle autonomie locali, le Province restano tuttora al limite del dissesto finanziario.

"Servirebbero 650 milioni di euro solo per garantire la loro sussistenza - ha riferito Lele Maffi della Rsu - ma la 'manovrina' in discussione in Parlamento ne prevede solo 110".

Se entro il 29 maggio - termine ultimo per l'approvazione del Decreto Legge - non dovessero essere apportati correttivi, c'è il rischio concreto che molte Province siano costrette di fatto a chiudere i battenti. Già ora, le province di Vibo Valentia, Caserta e Biella non riescono a pagare gli stipendi ai dipendenti rimasti: a loro potrebbero aggiungersene altre.

Di qui la decisione di indire lo 'stato di agitazione' al quale ha aderito anche la Rappresentanza Sindacale Unitaria.

Gli unici a non aderire, le Usb: sinora - secondo loro - la 'triplice' ha fatto ben poco per salvare le province.