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MAIS TRINCIATO CON UN MESE DI ANTICIPO

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Giovedì 14 Luglio 2022

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Con il crollo delle riserve di acqua a causa della siccità e le alte temperature, nelle campagne lombarde gli agricoltori hanno iniziato a trinciare il mais in anticipo di circa un mese.

È quanto rileva Coldiretti Lombardia.

In diverse aree del territorio dal Milanese alla Brianza, dalla Bergamasca al Bresciano, fino al Pavese e Cremonese, sono entrate in azione le trinciatrici per tagliare il mais da foraggio, sebbene le piante non siano ancora mature. Una scelta obbligata per gli agricoltori, per evitare di vedere seccare tutto in campo e perdere così completamente la produzione.

È una corsa contro il tempo per cercare di salvare il salvabile anche se nelle campagne già oggi si stimano cali di circa un terzo per le produzioni di orzo, frumento e riso, mentre le perdite per i foraggi si avvicinano ormai al 50%, così come il calo stimato per le rese nei raccolti di mais.

Una situazione di grave crisi idrica che accomuna la Lombardia a molte altre zone d’Italia, tanto che sarebbe di fatto in grave rischio per la siccità quasi la metà (46%) degli agricoltori italiani per un totale di 332mila imprese con la probabile estensione dello stato di emergenza per la siccità ad altre quattro regioni (Lazio, Umbria, Liguria e Toscana) annunciata dal Ministro dell'Agricoltura, Stefano Patuanelli dopo che il consiglio dei ministri lo aveva già deliberato per Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Siamo di fronte a un impatto devastante sulle produzioni nazionali con danni che superano i 3 miliardi di euro.

In Italia si registrano già cali del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle, del 30% per il frumento duro per la pasta di oltre 1/5 delle produzione di frumento tenero, del 30% del riso.

Con l’Italia che è dipendente dall’estero in molte materie prime il rischio è un aumento delle importazioni dall’estero, ma anche un ulteriore aggravio di costi soprattutto per gli allevamenti, che dipendono dai cerali e dai foraggi per l’alimentazione degli animali.

Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore anche combattendo le pratiche sleali nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione.

Sono inoltre necessarie risorse per sostenere il settore in un momento in cui si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare.

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