E' ancora tensione in Lombardia e non solo per il mercato del pomodoro da industria.
"Se serve per evitare fughe in avanti con sottoscrizioni di contratti di conferimento del pomodoro al di sotto dei costi di produzione, sono disponibile a contattare il presidente del Distretto del pomodoro e, se necessario, anche a convocare un tavolo di filiera a Milano, io sono disponibile".
Lo ha detto ieri sera l'assessore della Regione Lombardia, Gianni Fava, intervenendo a Sabbioneta all'assemblea dei produttori di pomodoro, alla vigilia della stagione produttiva 2017.
"Quando si è trattato di applicare la Politica Agricola Comunitaria in Italia - ha ricordato Fava - ho personalmente condotto una battaglia in Conferenza delle Regioni, per garantire l'aiuto accoppiato al pomodoro, per 11 milioni di euro l'anno, dimostrando già da allora l'orientamento di Regione Lombardia a tutela dei produttori".
Un'attenzione all'oro rosso che l'assessore Fava è pronto a confermare per una coltura che ha una presenza significativa in Lombardia (oltre 8.000 ettari, dei quali circa 4.500 nella sola provincia di Mantova, 2.200 a Cremona, 870 a Pavia, 570 a Brescia).
"Siamo pronti a intervenire, anche con risorse finanziarie, se c'è una progettualità, anche in chiave di promozione e internazionalizzazione - ha garantito Fava -. La politica non può però sostituirsi alle filiere per fare programmazione produttiva o erogare interventi a pioggia, nella speranza che il mercato fra uno o due anni riprenda".
Le preoccupazioni del mondo agricolo riguardano la sottoscrizione dei contratti di consegna del pomodoro all'industria, i sistemi di premi e penalità e l'eventualità che non riescano a trovare collocazione sul mercato circa tre milioni di quintali sui 27 milioni mediamente prodotti nel distretto del pomodoro del Nord.
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