Oltre 60 persone hanno partecipato sabato all’incontro sul tema “Fare cultura nel Lodigiano: dati, progetti e prospettive”, che si è svolto presso il Centro Spirituale Madre Cabrini, in via Carducci a Codogno.
Inizialmente Domenico Cesarano, presidente della Libera Università del Basso Lodigiano (Lub), che ha promosso l’evento insieme alla Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, ha sottolineato come “la cultura sia un campo strategico di grande respiro, alla base di tutte le attività umane, perché porta conoscenza e crescita civile, favorisce le relazioni sociali influendo sulla salute e può contribuire a sviluppo economico del territorio, turismo e visibilità”.
Dopo di lui hanno portato parole di consenso all’iniziativa Carlo Rossi, del Rotary Club Codogno, che ha sempre sostenuto la Lub, l’assessore Elena Ardemagni di Codogno e Silvia Borsotti, dell’ufficio territoriale regionale di Pavia – Lodi, che ha parlato dell’importanza di lavorare in rete, particolarmente apprezzata dalla Regione Lombardia in tempi in cui le risorse pubbliche sono più ridotte.
Fabrizio Santantonio, presidente della Provincia di Lodi è intervenuto segnalando che la cultura è “un esercizio necessario per abituarci al dialogo, perché la cultura del dialogo e dell’ascolto è connaturata alle democrazie”.
Successivamente Cristina Baroni, segretario generale della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, ha presentato la piattaforma Cultura in Rete, che è nata esattamente con questi obiettivi e può essere un punto di riferimento per le associazioni culturali del territorio ma anche per i cittadini.
Antonia Rizzi, dirigente dell’I.I.S di Codogno e docente Lub, ha moderato poi gli interventi di relatori eccellenti, segnalando che “fare cultura a scuola significa mantenere vivo il dialogo, abbattere tutte le barriere, perché l’accesso alla cultura sia diritto per tutti; fare rete e collaborare con le realtà attive sul territorio”.
“Il Lodigiano ha bisogno di un risveglio delle istituzioni e di un’implementazione delle competenze” ha ribadito Amedeo Anelli, critico d'arte. A seguire Aldo Papagni, giornalista e divulgatore, ha preso in analisi i dati sulla cultura nel Lodigiano, riportati da diverse statistiche nazionali, e ha spiegato come la posizione negativa che ci viene assegnata spesso dipenda da un calcolo scorretto, che ad esempio non considera gli spettacoli gratuiti offerti da comuni e associazioni di volontariato che nel Lodigiano sono una ogni 230 abitanti. Dopo di lui, Davide Pacca, direzione generale cultura regione Lombardia ha descritto quali sono le risorse a disposizione del territorio e ha annunciato che la richiesta del Lodigiano è in costante aumento.
Successivamente è intervento Ernesto Galli Della Loggia, storico, editorialista e docente universitario, che ha dichiarato che “la politica italiana tra una gara ciclistica e una biblioteca privilegia la prima e che favorisce una tendenza alla deculturazione del Paese”. A suo parere, poi, la politica non si dedica nemmeno alla scuola e infatti “all’università arrivano prodotti sempre più scadenti” (gli allievi).
A chiudere l'incontro è stata Paola Sverzellati, consigliera della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, che ha aperto uno spiraglio di speranza. “Fare cultura con prospettiva lungimirante significa aiutare gli altri – ha detto - . Anzi conoscere insieme agli altri. Il progetto Cultura in rete offre opportunità di accogliersi gli uni con gli altri, nella consapevolezza che la differenza non è lontananza, né diffidenza ma deve lasciare spazio alla curiosità e alla conoscenza”.
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