La parete degli uffici di palazzo Broletto, sede del Comune di Lodi, utilizzata come un grande schermo: è uno degli accorgimenti ideati da Massino Guerci, lo scenografo che, sotto la regia di Dario Leone, ha reso appetibile al numeroso pubblico che ha gremito piazza Broletto la ricostruzione storica dell'avvento del Fascio a Lodi e nel Paese, sino alla sua caduta con la lotta di liberazione.

"Aldo dice 26 X 1" era il titolo scelto per una rappresentazione che si è arricchita delle musiche di Sara Calvanelli e di Virginia Veronesi con l'apporto di Alessio Lega.

La frase criptica era uno dei messaggi in codice che Alleati e partgiani si scambiavano per mettere a segno azioni di disturbo nei confronti delle truppe tedesche e delle milizie fasciste dopo l'8 settembre del '43.

Significativa la rievocazione della vicenda umana e politica di Ettore Archinti, il primo sindaco socialista di Lodi finito in un lager da cui non è più tornato: domani, in suo ricordo, verrà deposta in città una 'pietra d'inciampo' davanti a quella che fu la sua casa.