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"POLO DI COMUNITA'" ANCHE A LODI

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Lunedì 28 Marzo 2022

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Adesso anche Lodi ha il suo Polo di comunità: quattro computer a disposizione dei ragazzini che frequentano il centro Officine 21 di via Salvemini, dove ha sede l’area tutela minori e prevenzione del Mosaico, che si occupa di bambini e famiglie.

All’interno della struttura ci sono lo spazio educativo diurno, che coinvolge bambini di elementari e medie, oltre all’area adibita al diritto di visita e relazione parentale, dove vengono accolti i bambini e i ragazzi che incontrano i genitori in uno spazio protetto e stanze che vengono usate anche per tutti i minori che sono seguiti nell’area educativa più territoriali o tra i minori in ritiro sociale

“I ragazzi sono stati molto contenti – spiega Simone Bracchi, educatore del Mosaico - . Hanno montato i computer insieme agli educatori nel pomeriggio. Quelli delle medie si sono entusiasmati, perché stanno portando avanti un progetto di grafica per rifare un tavolo e delle panchine di legno e gli servivano i computer per trovare delle grafiche da colorare e disegnare sul tavolo. Hanno già fatto anche le loro cartelle con le credenziali per la scuola, il registro elettronico, il materiale didattico che serve per ricerche e compiti”.

I bambini più piccoli, invece, lo usano oltre che per la parte scolastica anche per fare degli esercizi o delle attività su RIDInet, una app che potenzia la parte di comunicazione, lettura, scrittura ed è stata raccomandata loro dalla Uompia.

Compiti, documenti burocratici, creatività, potenziamento della debolezza: tante le funzioni assolte dai due computer fissi e dai due portatili del Polo di Comunità di Lodi. Che risponderà alle esigenze di almeno 60 ragazzi a settimana.

Ogni giorno in via Salvemini arrivano 8 iscritti delle elementari e 9 iscritti delle medie, ma il Polo di comunità farà da riferimento per l’informatica anche per una media settimanale di altri quaranta minori che sono seguiti dal Mosaico e che seguono le scuole superiori.

“I quattro computer del Polo serviranno infine per un altro scopo – conclude Simone Bracchi - : promuovere consulenze ai genitori dei ragazzi che hanno ricevuto i supporti tecnologici attraverso il progetto Im-Patto Digitale. Ne abbiamo appena concluso uno, che ha permesso agli adulti di superare il divario digitale e di imparare ad usare gli strumenti tecnologici a loro vantaggio e a dialogare con i propri figli su problemi e temi connessi a questi strumenti”.

 

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