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PRELEVANO VENTIMILA EURO CON IL BANCOMAT AZIENDALE

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Mercoledì 27 Dicembre 2017

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Un lavoratore frontaliere di origini siciliane, residente nel luinese, dopo aver appreso la notizia del suo prossimo licenziamento, tra la fine del mese di giugno ed inizio di luglio, utilizzando fraudolentemente la carta bancomat della ditta elvetica per cui lavorava, è riuscito a sottrarre dal conto aziendale la somma di 20.000 franchi svizzeri.

Gli uomini del Settore Polizia di Frontiera di Luino, dopo una intensa attività di indagine, sono riusciti a ricostruire nei dettagli l’intricata vicenda.

Il lavoratore, M.C. un uomo siciliano di 30 anni, avendo avuto il sentore del suo imminente licenziamento, aveva architettato un piano per svuotare il conto corrente collegato al bancomat aziendale affidatogli per assolvere al pagamento dei dazi doganali.

L’uomo, per allontanare da lui eventuali sospetti, aveva denunciato lo smarrimento del bancomat, consegnandolo invece, con il codice PIN, ad un suo “amico” di nazionalità albanese, scelto per compiere a nome suo numerosi prelievi presso un istituto bancario di Luino.

Così, dalla tarda serata tra il 28 giugno e la notte del 4 luglio, periodo nel quale il lavoratore frontaliero era in malattia, il complice ha effettuato 35 operazioni di prelievo bancomat, ognuna di circa 500 euro, per un totale di oltre 15.000 euro.

Per fugare qualsiasi dubbio nei suoi confronti, il 3 luglio, prima che fosse effettuato l’ultimo prelievo, ha denunciato, presso l’ufficio di via Luini della Polizia di Stato di Luino, lo smarrimento della carta bancomat dell’azienda per cui lavorava, dichiarando di averlo perso.

A nulla è valso suggerire al complice albanese di dissimularsi coprendosi il capo e cambiando continuamente abbigliamento per non farsi riconoscere durante i prelievi; gli investigatori della Polizia di Stato di Luino, che hanno avviato le indagini, sono riusciti ad identificarlo essendo tra l’altro già noto alle forze di Polizia.

Il cittadino albanese in seguito alle attività disposte dalla Procura della Repubblica di Varese, titolare delle indagini, ha ammesso le operazioni bancarie effettuate per conto del suo “amico” siciliano, pertanto entrambi sono stati deferiti per il reato di appropriazione indebita, ed il secondo anche per simulazione di reato.

 

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