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PRESO RAPINATORE DI DONNE

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Giovedì 09 Aprile 2020

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La Polizia di Stato di Busto Arsizio ha individuato e sottoposto a fermo per il reato di rapina aggravata un uomo di 40 anni, extracomunitario, tossicodipendente, pluripregiudicato e conosciuto con ben 20 alias, oltretutto irregolare sul territorio nazionale e senza fissa dimora.

L’attività di controllo del territorio, particolarmente attenta in questo periodo di allerta dovuto al covid-19, viene svolta interessando anche le zone periferiche, dove continuano a concentrarsi persone che, oltre a non osservare le limitazioni ai movimenti imposti per preservare la salute della cittadinanza, approfittano del luogo isolato per compiere attività delittuose e di spaccio di sostanze stupefacenti.

Già nei giorni passati, venivano individuate alcune persone che, alla vista delle pattuglie, si davano alla fuga all’interno della zona boschiva confinante con il territorio di Vanzaghello e Castano Primo, non prima però di essere memorizzate nelle loro fattezze.

Tale circostanza ha permesso al personale della Polizia di Stato di collegare l’identità ancora ignota di un rapinatore seriale ad una delle persone che solitamente frequentano la zona.

Così nella mattinata di ieri, quando la polizia locale di Castano Primo ha comunicato che durante un controllo volto al contrasto della diffusione del Covid-19 era avvenuta la fuga di un uomo all’interno di una zona boschiva, che veniva sommariamente descritto nei suoi tratti somatici e nell’abbigliamento.

Gli uomini del Commissariato di Busto Arsizio hanno collegato tutti gli elementi a loro conoscenza, sapendo dove concentrare le ricerche.

L’uomo dopo aver abbandonato la bicicletta utilizzata per i suoi movimenti, si è inoltrato nei boschi, sicuro di essere riuscito a far perdere le sue tracce.

Non ha tenuto però conto della comunicazione avvenuta tra le forze dell’ordine ma soprattutto della capacità investigativa e l’impegno perfettamente coordinato degli operatori della Squadra Volante di Busto Arsizio.

A nulla è valso il tentativo di fuga dell’extracomunitario alla vista delle pattuglie, che si sono poste alla sua ricerca.

Accompagnato presso il Commissariato, sono state contattate le vittime delle due rapine commesse dall’uomo, nel frattempo identificato per un cittadino tunisino di 40 anni.

Una prima vittima, una donna italiana di 42 anni, ha riconosciuto immediatamente tra le molte foto mostratele, quella riproducente il viso del rapinatore, che il 4 aprile nel primo pomeriggio, mentre camminava nel sottopasso della stazione ferroviaria di Castano Primo, la minacciava puntandole un grosso cacciavite alla gola, strappandole la borsa e dandosi alla fuga. Anche la seconda vittima, una donna di 32 anni, ha riconosciuto senza ombra di dubbio, manifestando un chiaro turbamento, l’effige dell’autore della rapina da lei subita martedì scorso, mentre si trovava a bordo del treno partito da Castano e diretto a Turbigo. In questo caso l’uomo è salito a bordo treno portando con sé la sua bicicletta. Appena la donna ha preso posto, l’uomo le si è seduto di fronte. Verificato che non vi fosse nessuno sulla carrozza, l’uomo le ha dapprima bloccato le mani estraendo contemporaneamente dal giubbotto un coltello a serramanico poggiandoglielo sulla pancia minacciando di ferirla se avesse urlato. La donna spaventata ha iniziato a urlare ritrovandosi la mano dell’uomo a coprirle la bocca, graffiandola. La rapina è continuata con minacce e insulti, fino a quando la donna ha consegnato tutto quanto in suo possesso. L’uomo l’ha intimata a non urlare e a non rispondere al telefono che stava squillando, fino a giungere alla stazione successiva, scendendo dal treno e allontanandosi con la sua bicicletta.

Anche durante la permanenza negli Uffici, prima di essere associato alla locale casa circondariale, il cittadino tunisino si è dimostrato reticente a collaborare.

L’efferatezza dei reati commessi, la sua dedizione alla reiterazione nella commissione di rapine, evidente anche dalle riprese della videosorveglianza, la sua capacità di eludere ogni controllo rendendosi irreperibile, sommati al suo stato di clandestinità, alla mancanza di una fissa dimora e alle ripetute fughe in occasione di controlli di polizia, hanno permesso di sottoporlo ad un fermo di polizia, assicurandolo alla giustizia. Lo stesso veniva dunque accompagnato al carcere cittadino.

 

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