In attesa di novità dai riscontri scientifici operati dagli esperti, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lodi ha deciso di confermare la misura cautelare degli arresti in carcere per Roberto Zuccotti, quarantottenne di Crespiatica, e per il nipote Andrea Gianì di ventinove anni.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Lodi, sarebbero stati loro ad uccidere con un coltello - non ancora ritrovato - il sessantenne Roberto Bolzoni, ritrovato cadavere nella sua auto chiusa dall'esterno un paio di giorni dopo la sua scomparsa.
La vettura era stata notata dalla moglie, una cinquantenne di origini cinesi, nel parcheggio di piazzale Omegna; la donna aveva poi avvertito i militari impegnati nelle ricerche del marito, dando il via alle indagini per omicidio.
Zuccotti e Gianì erano stati immortalati dalle telecamere di sorveglianza mentre salivano sull'auto di Bolzoni all'uscita di un centro scommesse della città.
Nell'interrogatorio di garanzia, in tribunale a Lodi, i due presunti omicidi non hanno sinora ammesso alcun coinvolgimento nella vicenda: il quarantottenne si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre il ventinovenne si è detto estraneo ai fatti.
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