Restano in carcere o ai domiciliari i rom sinti individuati e arrestati dai carabinieri di Lodi in quanto ritenuti responsabili di una quarantina di furti tra Lodigiano, Milanese, Pavese e Piacentino.
I carabinieri del comando provinciale di Lodi hanno notificato il rinnovo dei provvedimenti cautelari emessi dal GIP del Tribunale di Milano nei confronti del sodalizio criminale di rom sinti, già oggetto d’indagine da parte dei Carabinieri di Lodi.
In carcere restano un 35enne, residente a Asti, attualmente nella Casa Circondariale di Lodi, un 51enne, residente nel campo nomadi di Asti, attualmente nella Casa Circondariale di Pavia, un 39enne, residente a Asti, attualmente nella Casa Circondariale di Milano San Vittore, un 38enne, residente a Asti, attualmente nella Casa Circondariale di Pavia, un 35enne, residente a Ghislarengo (Vc), attualmente nella Casa Circondariale di Milano San Vittore.
Agli arresti domiciliari resta invece un 29enne, residente a Asti.
Il provvedimento si è reso necessario per evitare che i presunti responsabili dei furti uscissero dal carcere per la cessazione degli effetti delle ordinanze emesse a loro carico.
Come noto, l’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lodi e svolta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Lodi, tra gennaio e aprile di quest'anno dopo il ferimento di una pattuglia dei Carabinieri di Lodi il 25 gennaio, a Caselle Lurani, aveva permesso di accertare che gli occupanti del veicolo, che aveva speronato l'auto dei militari, assieme ad altri complici si erano resi responsabili di ben 43 furto, di cui 34 consumati e 9 tentati, commessi tra dicembre 2015 e maggio 2016.
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