Quattro lunedì pomeriggio in classe, per imparare il glossario del mestiere, creato da un artigiano - che ha esposto anche a Dubai -, e poi quattro giornate di lavoro al sabato, per mettersi alla prova nel concreto e apprendere una professione, che potrebbe fare la differenza nel loro futuro.
E’ stata questa la struttura del corso promosso dal CPIA di Lodi, il Centro per l'Istruzione degli Adulti, in collaborazione con il progetto TiLab, che è finanziato da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia e vuole rilanciare la formazione professionale nel Lodigiano puntando proprio sulla sinergia tra realtà e funzioni diverse.
In questo caso specifico, il progetto TiLab ha favorito l’avvio di una rete che ha promosso svariate iniziative tra cui quella del CPIA, che ha attinto a fondi del Pnrr e ha lanciato alcuni corsi di formazione rivolti a giovani di origine straniera, che avevano bisogno di formazione a 360 gradi. L’iniziativa peraltro persegue anche un altro degli obiettivi del progetto TiLab, che è quello di mettere in connessione il mondo della scuola e quello delle imprese.
Il corso da falegname si è sviluppato per 50 ore ed è stato in collaborazione con l’azienda Curioni di Sant’Angelo Lodigiano, impresa familiare attiva da decenni. Una realtà che si impegna nel mondo della formazione e dell’orientamento, con cui adesso si è rinsaldata una collaborazione che potrebbe essere ripetuta anche in futuro e potrebbe diventare un paradigma anche per altre aziende e in altri settori.
“Lavoriamo soprattutto nel settore dell’arredo e da qualche anno ci occupiamo anche di orientamento, spiegando ai ragazzini di seconda media quali sono i fondamenti della professione – racconta Claudio Curioni, diventato “professore” per l’occasione - . Stavolta il CPIA, che forma gli adulti, ci ha chiesto di misurarci con un’esperienza diversa dal solito: allievi più grandi, che tra l’altro non conoscevano bene la lingua italiana e un tirocinio più lungo. Una sfida che ho accolto con gioia e che mi ha permesso di mettere a fuoco una serie di aspetti del lavoro. Ad esempio, ho definito una parte teorica grazie alla quale ho dovuto costruire per gli allievi un glossario delle parole chiave del lavoro di falegname e mi fa piacere notare che già dopo poche ore di lezione i ragazzi lo avevano imparato benissimo”.
Anche il lavoro in azienda ha appassionato gli allievi, che hanno tra i 17 e i 43 anni e vengono da paesi diversi: Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia.
“Ho 43 anni e sono in Italia dal 2023 - racconta Bamba Brahima, che è originario della Costa d’Avorio - . Nel mio Paese facevo il falegname, così quando al corso di italiano del CPIA mi hanno proposto questa esperienza sono stato davvero felice di riprendere in mano gli strumenti”. Anche perché Bamba ha sette figli a casa, di cui due appena maggiorenni, e il suo sogno è quello di tornare in patria fra qualche anno e insegnare loro quanto ha imparato in Italia, avviando una piccola impresa.
Pure Albert Lyonel Dongho, che ha 29 anni ed è arrivato dal Camerun due anni fa, è molto soddisfatto. Ha scoperto del corso di italiano e poi di quello di falegname presso la Casa dell’Accoglienza di Lodi, dove abita. “Questo corso mi piace perché all’inizio non sapevo quanto il legno fosse meraviglioso e ho imparato tantissimo - dice - . Al mio paese ci sono gli alberi ma non si sa come usarli, invece qui con il mio professore ho davvero capito tante cose. Sono giovane e quindi potrebbe essere anche un modo per costruire un nuovo futuro”.
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