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SFRUTTAVANO GIOVANI RAGAZZE ROMENE

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Martedì 02 Luglio 2019

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La Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Bergamo, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ed ha tratto in arresto: PENGILI Rudolf, detto “Rudy” o “Il Pelato”, nato il 04.05.1972 in Albania; TUTA Bogdan Adrian, nato il 10.02.1989 in Romania; TUTA Ovidiu Madalin, nato il 22.05.1985 in Romania; DRAGHICI Victor Cristian,detto “Tzapu” nato il 10.10.1982 in Romania.

PENGILI è stato tratto in arresto in Italia, mentre, a seguito di certosina attività d’indagine posta in essere con la preziosa collaborazione del Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia – Divisione S.I.RE.N.E., ed in conseguenza  di emissione di Mandato d’Arresto Europeo da parte della citata Autorità giudiziaria,  TUTA Bogdan Adrian è stato localizzato ed arrestato in Romania,  mentre TUTA Ovidiu Madalin e DRAGHICI sono stati localizzati in Germania e pertanto sono stati tratti in arresto i quei Paesi.

Vi sono anche tre ulteriori  provvedimenti da eseguire  nei confronti di altrettanti soggetti che, alla luce degli accertamenti effettuati, sono al momento irreperibili. In totale, sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria 19 soggetti.

Tutti i soggetti sono responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento ed al favoreggiamento della prostituzione, di plurimi episodi di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, di sequestro di persona, simulazione di reato e minacce aggravate.

L’attività d’indagine traeva spunto dalla denuncia, presentata nel dicembre 2015 da una cittadina rumena nata nel 1989 che, dichiarando di svolgere volontariamente attività di lenocinio in un appartamento sito a Bergamo, asseriva di essere sottoposta a minacce e violenze da parte di un  connazionale, il quale intendeva partecipare alle utilità economiche che la donna conseguiva.

La successiva attività d’indagine, caratterizzata da attività tecniche e da servizi di osservazione, controllo e pedinamento, consentiva di appurare che la donna, sottrattasi al controllo esercitato dal predetto connazionale, si poneva sotto la protezione  dei fratelli TUTA, che gestivano un cospicuo numero di prostitute, esercitanti il lenocinio in alcuni appartamenti e/o lungo le banchine e piazzole di sosta delle strade statali corrispondenti ai territori intercomunali di Ciserano, Boltiere, Brembate, Osio Sotto, Osio Sopra, Dalmine e Valbrembo, in particolare sulla ex SS 525.

Le donne versavano una sorta di locazione per gli spazi occupati, andante da 200 a 250 euro settimanali, all’organizzazione criminale gestita dai TUTA, i quali, detratta una quota versava il rimanente ai cd. “proprietari” delle zone, solitamente cittadini albanesi, nei confronti dei quali DRAGHICI faceva da intermediario, occupandosi di reperire le somme di denaro dalle prostitute, nei confronti delle quali spesso faceva da esattore.

Tra gli albanesi si evidenziava altresì la figura di PENGILI Rudolf, detto detto “Rudy” o “Il Pelato”, soggetto di spiccata indole criminale: l’uomo era “gestore” di numerose piazzole di sosta nelle quali le prostitute esercitavano il meretricio, ragione per cui pretendeva dalle stesse il pagamento delle somme di denaro al fine di esercitare indisturbate: l’uomo, nel corso dell’attività investigativa era entrato più volte in contrasto con i TUTA. PENGILI, nel corso dell’attività investigativa, si rendeva altresì responsabile, nel Febbraio 2018, nel territorio di Ghisalba, di una rapina nei confronti di una delle prostitute, che non aveva versato la quota per l’esercizio del meretricio, a cui sottraeva 300 euro, aggiungendo che se fosse “stata rivista nel posto l’avrebbe ammazzata”.

Durante lo sviluppo dell’attività emergevano ulteriori personaggi, tra i quali un cittadino italiano fortemente vicino agli arrestati, che è stato denunciato in stato di libertà. Particolare evidenza del fattivo rapporto delittuoso era evidenziato per quanto occorso in data 26.03.2016, allor quando l’italiano, alla guida di un veicolo intestato a TUTA Bogdan Adrian, aggrediva fisicamente un giovane, cagionandogli lesioni, e chiedeva poi telefonicamente di denunciare il furto dell’autovettura, nella speranza che con la simulazione posta in essere non fosse riconducibile all’aggressione compiuta.

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