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TRUFFA MILIONARIA ALLA UNIPOLSAI

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Sabato 20 Febbraio 2021

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L’operazione si chiama Gold Crash ed ha permesso alla Polizia stradale di scoprire una truffa milionaria ai danni della Unipolsai.

Al centro dell’inchiesta uno studio legale di consulenza ed infortunistica di Latina. Per due persone sono scattati gli arresti domiciliari.

I fatti risalgono al gennaio 2016 quando lo studio avanza la prima richiesta risarcitoria alla Unipolsai, come delegato degli eredi di una donna di origine nigeriana deceduta nel maggio 2014 a seguito di un incidente stradale avvenuto nell’hinterland milanese.

Il pagamento richiesto ammontava a circa 2 milioni di euro a titolo di risarcimento dei danni conseguenti la morte.

Poi, grazie ad una sentenza del febbraio 2019 emessa dal Tribunale civile di Roma, i legali dello studio hanno ottenuto prima il pagamento e poi il pignoramento di oltre 2 milioni e mezzo di euro che, per effetto della notifica presso 6 istituti di credito utilizzati dalla Unipolsai, procuravano il blocco di oltre 16 milioni di euro nonché l’operatività della stessa compagnia di assicurazioni.  

Per sbloccare la situazione Unipolsai aveva predisposto il pagamento di quanto richiesto con assegni intestati agli eredi, uno per ciascun beneficiario, che però non venivano incassati e quindi lasciati scadere.

Successivamente, nel marzo 2020, i legali dello studio avanzano una nuova istanza nella quale richiedevano che l’importo dovuto doveva essere versato, in un’unica soluzione, su un conto corrente della Serbank russa il cui intestatario risultava essere un cittadino rumeno di 36 anni.

Trattandosi di una operazione bancaria verso un paese sottoposto ad embargo (Russia), accertamenti più approfonditi hanno evidenziato che l’uomo in questione era il componente di un gruppo accusato di lucrare indennizzi da sinistri stradali in cui erano coinvolte persone straniere.

Unipolsai a quel punto ha presentato una denuncia presso la Procura di Bologna e le indagini sono state affidate alla Polizia stradale. I poliziotti hanno scoperto che di vero c’era solo l’incidente stradale dove aveva perso la vita la donna. Falsa era tutta la documentazione emessa da un notaio nigeriano, dove si attestava la volontà dei familiari della defunta di procedere legalmente nei confronti degli istituti assicurativi italiani al fine di ottenere il risarcimento. Il titolare dello studio e il suo faccendiere sono stati messi agli arresti domiciliari eseguiti dalla Polizia stradale di Bologna e dalla Squadra mobile di Latina. Attualmente il faccendiere è ricercato. Sono state eseguite inoltre cinque perquisizioni domiciliari presso lo studio di consulenza.

Risultano anche indagati due avvocati dello studio e la segretaria dello stesso per aver concorso alla formazione di alcuni atti e all’occultamento delle pratiche. 

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