“Pur tra le maglie ancora troppo strette delle autorizzazioni al commercio, il via libera dal 4 maggio alla vendita da asporto rappresenta un primo punto di ancoraggio per molte attività di ristorazione e somministrazione, ma sulla questione aleggia un dubbio di interpretazione della norma che rischia di disorientare molti operatori e di vanificare questa opportunità. Abbiamo quindi segnalato il problema alle competenti figure tecniche dell’amministrazione comunale di Lodi, a cui chiediamo di dirimere tempestivamente la questione, perché il 4 maggio è dietro l’angolo e le attività devono sapere come comportarsi ed avere un congruo margine per organizzarsi”.
Lo dichiara Vittorio Codeluppi, presidente di Sistema Impresa-Asvicom, associazione che a Lodi vanta la prevalente rappresentanza dei commercianti in sede fissa.
“Sul tema, il Dpcm del 26 aprile si esprime in modo da lasciare margini di interpretazione - sottolinea Federica Marzagalli, responsabile organizzativa Asvicom - Infatti, in uno stesso passaggio del documento (alla lettera “aa” del punto 1 dell’articolo 1), prima si includono bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie tra le attività dei servizi di ristorazione che restano sospese, poi si afferma, poche righe oltre, che è consentita la ristorazione con asporto. In termini di codici di attività, ristorazione e somministrazione sono però due fattispecie diverse, ma la possibilità di effettuare la vendita con asporto ha naturalmente alimentato aspettative tra molti esercenti pubblici, nonché titolari di gelaterie e pasticcerie, che sino ad ora potevano esclusivamente effettuare vendita con consegna a domicilio. Da qui l’esigenza di un definitivo chiarimento, che confidiamo ci venga rapidamente fornito dal Comune”.
“In un momento di difficoltà e di incertezze sulle prospettive come quello che le attività commerciali stanno affrontando - osserva Codeluppi - è fondamentale poter contare sulla pronta disponibilità a collaborare dell’amministrazione comunale. Naturalmente questa collaborazione è tanto più efficace quanto più si basa sulla capacità di confronto e di coinvolgimento con tutti i soggetti interessati, perché in un rapporto costruttivo gli interlocutori devono essere riconosciuti per il loro ruolo e non selezionati per possibili affinità”.
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