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LA COLLINA DI SAN COLOMBANO

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Giovedì 24 Giugno 2021

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Fertile, sinuosa, sensuale presenza femminile nella piatta pianura lombarda”: così Diego Bassi, Presidente del Consorzio Volontario del vino D.O.C. ha definito la Collina di San Colombano al Lambro.

Lo ha fatto nel corso dell’ultima lezione dell’anno accademico 2020-2021 dell’Unitre di Lodi.

Bassi, parlando nel salone del Cinema Fanfulla, davanti ad un’ottantina di studenti, ha ricordato come secondo alcuni studi, la collina sembra essere il residuo di un rilievo molto più esteso, mentre alcuni sostengono che sia frutto di un movimento tellurico, che l’avrebbe fatta emergere dal mare nell’epoca miocenica: questo perché durante le lavorazioni agricole nel terreno sono stati ritrovati coralli e conchiglie: alcuni di questi vengono conservati nel Museo Paleontologico e Archeologico del Palazzo Comunale di San Colombano al Lambro”.

Ma parlare di questo territorio significa parlare anche di vino. “Il vino a San Colombano c’è da sempre, fin dai tempi dei romani e da quando il santo irlandese San Colombano (540-615) scese in Italia e insegnò la tecnica di coltivazione delle viti agli abitanti della zona".

Al termine dell’incontro Bassi ha presentato una sorpresa per gli studenti dell’associazione lodigiana: si tratta di una grossa bottiglia da 5 litri di vino d.o.c. nella quale, come ha detto Stefano Taravella, direttore dei corsi "mettiamo il frutto dei colli di San Colombano per conservarlo fino a quando non saremo definitivamente fuori dal Covid 19". 

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