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NELLA GIACOMELLI PROTAGONISTA ALL’UNITRE DI LODI

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Giovedì 19 Aprile 2018

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Si è parlato della lodigiana Nella Giacomelli nell’odierna lezione all’UNITRE di Lodi.

Ercole Ongaro, noto storico, scrittore e saggista ha illustrato la figura e le attività di questa donna anarchica, sconosciuta a molti suoi conterranei.

Nella nacque a Lodi, il 2 luglio 1873, da Paolo, fervente repubblicano, laico, anticonformista, e da Maria Baggi, cattolica e monarchica, autoritaria e osservante delle convenzioni sociali. I disagi che la famiglia dovette affrontare dopo la separazione dei genitori e il successivo suicidio del padre, non impedirono alla Giacomelli di continuare gli studi e di ottenere il diploma di maestra.

Tra le sue compagne di scuola vi era anche Ada Negri, con la quale conservò un’amicizia anche in età adulta. Il modello paterno fu uno degli elementi che più influenzarono la sua personalità, rendendola particolarmente ricettiva verso i fermenti che agitavano la società italiana di quel tempo. Dopo il diploma magistrale, insegnò in Lombardia dal 1892 al 1897, prima a Maslianico e successivamente a Cocquio.

Proprio in questo periodo ci fu il suo apprendistato politico che si svolse, come molte altre maestre, a fianco del Partito socialista italiano (PSI). Collaborò con la rivista La Vita internazionale e con il giornale socialista di Lodi Sorgete!, perorando la causa dell'emancipazione femminile e la difesa dei diritti delle lavoratrici. La sua notevole oratoria e la grande cultura furono doti che le permisero di emergere nell'ambiente socialista della provincia, contribuendo a farla entrare in contatto con dirigenti nazionali del PSI, come Prampolini.

Presto però si orientò verso l'anarchismo, al quale venne introdotta da Ciancabilla. Nel 1894, abbandonò la famiglia, mentre nel 1897, a causa di aspri dissidi con le autorità municipali di Cocquio, decise di licenziarsi. Si trasferì a Milano e fu assunta come istitutrice dei sei figli di E. Molinari, uno scienziato anarchico di cultura positivista. L'incontro tra i due diede vita a un sodalizio politico e sentimentale che si protrasse per ben 25 anni.

Scrisse su “La Protesta” che continuò le pubblicazioni fino al 1909. Tra il 1913 e il 1914 espresse, sulle pagine del giornale di Ancona, Volontà, una posizione rigidamente pacifista, contraria non solo all'intervento ma anche alla difesa militare del territorio in caso di invasione straniera. Il 30 apr. 1916 fu arrestata a Milano con l'accusa di essere stata fra le più attive organizzatrici di una manifestazione di donne contro la guerra, prevista in quella città per il 1° maggio.

Alla fine del conflitto riprese a svolgere attività pubblicistica, come amministratrice e collaboratrice di giornali anarchici ma, con l'avvento del fascismo e l'abolizione della libertà di stampa, fu costretta a ridurre la sua attività politica. Nel maggio del 1928 fu nuovamente arrestata, perché sospettata di complicità nell'organizzazione dell'attentato a Mussolini e di intrattenere rapporti con l'anarchico fuoruscito Berneri. Venne rilasciata solo in agosto, dopo che la vecchia amica Ada Negri intervenne in suo favore presso il capo del governo; da quella data non si ha notizia di una sua ulteriore attività politica. Morì a Desenzano del Garda nel 1949.

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