Nel corso dei servizi di controllo sull’osservanza delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica, volti a rilevare fenomeni illeciti legati al significativo aumento della richiesta di dispositivi di protezione individuale, dispositivi medici e mascherine generiche, i Finanzieri del Comando Provinciale di Arezzo hanno sequestrato oltre 72.000 mascherine.
Nello specifico, le Fiamme Gialle della Compagnia di Arezzo, a seguito di approfondimenti investigativi, hanno individuato e sequestrato presso una farmacia aretina oltre 800 mascherine, poste alla vendita come dispositivi medici (mascherine chirurgiche) e dispositivi di protezione individuale, con la dicitura “FFP2” e marcate CE, in assenza delle previste certificazioni.
In particolare, tali beni risultavano messi in commercio con una marcatura impropria “CE”, priva di documentazione idonea a certificare correttamente il prodotto come dispositivo medico (DM) o dispositivo di protezione individuale (DPI) e, comunque, senza che fossero stati formalmente autorizzati dall’Istituto Superiore di Sanità ovvero l’INAIL, per avvalersi delle deroghe previste dall’art. 15 del D.L. 18/2020, per ovviare alle necessità dell’emergenza sanitaria.
A seguito del primo sequestro, i Finanzieri, attraverso l’analisi della documentazione amministrativo-contabile, sono risaliti alla filiera di distribuzione delle mascherine, individuando il primo “anello” della catena, in una società romagnola, all’interno della quale sono state rinvenute e sequestrate ulteriori 56.240 mascherine (D.P.I. “FFP2” e D.M.).
I riscontri hanno portato ad individuare ulteriori 4 fornitori, che avevano importato e commercializzato le citate mascherine, ubicati in Lombardia ed Emilia-Romagna.
In una di queste aziende, avente sede nel bolognese, sono state rinvenute e sottoposte a sequestro altre 14.900 mascherine, prive dei requisiti di legge. Sono in corso ulteriori approfondimenti, tesi a individuare altri soggetti coinvolti nell’illecita commercializzazione.
Sei i soggetti denunciati alla Procura della Repubblica di Arezzo e di Forlì, per i reati di frode nell’esercizio del commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci.
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