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AGGIORNARE IL 'PIANO DI ADATTAMENTO' AL CLIMA

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Giovedì 18 Maggio 2023

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"Quel che è successo con le due ondate di piogge “monsoniche” in ampie zone dell’Emilia e della Romagna in questi giorni è purtroppo l’ultima avvisaglia di un cambiamento di portata ben più vasta: la maggior frequenza di fenomeni meteorologici estremi, persino la contemporaneità di siccità e alluvioni a pochi chilometri.

Tra qualche settimana si dovrà far fronte alle ondate di calore.

Ora in Emilia è il momento dell’emergenza, degli interventi di soccorso per limitare le perdite umane, dell’assistenza alla popolazione colpita, della protezione civile, come dimostrano l’impegno delle unità di crisi intervenute anche dalla Lombardia e da Lodi.

Ma subito dopo sarà il momento della conta dei danni e poi della ricostruzione. E se dopo l’allarme siccità ed ora della pioggia e delle alluvioni, dobbiamo prepararci all’allarme ondate di calore (assistenza anziani, blackout elettrici causati dai condizionatori accesi, mezzi pubblici), ci rendiamo ben conto che non si può continuare a rincorrere le sempre più frequenti emergenze.

Per questa ragione Legambiente ha chiesto a dicembre al governo di adottare finalmente la proposta di “Piano di Adattamento al cambiamento climatico”, che ora è stato finalmente sottoposto a procedura di valutazione (VAS).

Il piano di adattamento si propone di adottare politiche di prevenzione delle conseguenze più gravi dei fenomeni intensificati dai cambiamenti climatici, di ridurre le vittime, di limitare i danni. Per esempio riducendo i consumi e le perdite d’acqua, pulendo i bacini idroelettrici, liberando gli alvei fluviali e rinaturalizzando i corsi d’acqua, evitando l’impermeabilizzazione del suolo, recuperando l’acqua piovana, forestando aree urbane e naturali, proteggendo le infrastrutture, efficienza e rinnovabili.

Tutte politiche da prevedere e intraprendere oggi in tutto il territorio nazionale: ecco perché i piani di adattamento devono essere aggiornati da tutte le regioni (la Lombardia ne ha uno vecchio e insufficiente del 2016) e infine articolati in piani provinciali e comunali (per i comuni più grandi o che corrono dei rischi).

Sono già centinaia i comuni italiani che si sono dotati di piani di adattamento, altrettanti che hanno previsto piani parziali, come ad esempio per tutelarsi dal rischio idrogeologico, per arginare l’impermeabilizzazione dei suoli oppure recuperare l’acqua. E’ ora il momento di dare coerenza e attuazione alle politiche intraprese, aggiornare e accelerare le misure di prevenzione.

Chiediamo che le autorità di governo del territorio del Lodigiano si incontrino al più presto per prepararsi: Prefetto, Presidente della Provincia, Sindaco di Lodi e dei principali comuni.

Il problema non è più domandarci se o quando potrà capitare anche a noi, ma prepararci subito al peggio. Dobbiamo inoltre coinvolgere l’economia e le associazioni, perché le istituzioni possono fare poco se non si trova modo di accelerare tutte le azioni preventive da mettere in campo: pubblico e privato dovranno coordinarsi, darsi le priorità negli investimenti, aprire subito i “cantieri” per le opere di rinaturalizzazione, cattura e recupero dell’acqua piovana, efficienza e protezione delle infrastrutture".

Circolo Legambiente LodiVerde APS

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