Sarebbe stata una banale discussione sul canale televisivo da seguire la causa scatenante dell'onicidio che si è consumato nel carcere di Opera nel Milanese.
L'altra sera, un cinquantottenne, detenuto per aver ucciso quattro anni fa la moglie nel savonese, avrebbe utilizzato il laccio dell'accappatoio per strangolare il suo compagno di cella, un sessantasettenne noto nel mondo della malavita milanese, in carcere per scontare la pena per traffico di droga.
Avrebbe poi dato l'allarme quando ormai non c'era più nulla da fare per la vittima.
Il fatto è stato reso noto da esponenti del sindacato di categoria della Cgil della Polizia Penitenziaria, rimarcando le condizioni sempre più invivibili nelle quali sono costretti ad operare gli agenti e i detenuti stessi.
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