Alla fine, le immagini in possesso degli inquirenti hanno fatto crollare l'esile castello di carte sul quale aveva costruito la sua ricostruzione dei fatti.
La quanrantenne salvadoregna, residente assieme al suo connazionale di 48 anni in un monolocale alla periferia di Milano, sarebbe stata uccisa dal suo convivente.
Scomparsa alla fine di gennaio, la donna - una baby sitter - secondo il quarantottenne se ne sarebbe andata di notte con poche cose senza lasciare più tracce di se.
A denunciarne la scomparsa era stata propria la famiglia presso la quale svolgeva il suo servizio.
Le indagini degli inquirenti si erano subito rivolte sui rapporti tra i due conviventi e, dalle immagini di telecamere presenti nella zona di residenza dei due, erano stati estrapolati dei frames nei quali si vedeva l'uomo uscire dal palazzo con un borsone dotato di rotelle, caricato poi sulla vettura dell'uomo.
Seguendo il tragitto dell'auto, gli inquirenti erano stati poi condotti lungo le rive dell'Adda, a Cassano.
Ora, il quarantottenne avrebbe ammesso l'omicidio non intenzionale della donna e il suo abbandono, nel borsone, in una zona imprecisata del cassanese.
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