Sull'annunciata assemblea pubblica indetta dall'amministrazione comunale di Lodi sul piano di decarbonizzazione presentato da A2A in relazione alla rete di teleriscaldamento presente in città, riportiamo la lettera aperta inviata al sindaco da Legambiente.
"Gentile Signor Sindaco,
siamo molto rammaricati di non essere stati invitati dal Comune all’Assemblea di questa sera in cui con A2A presenterà gli studi sul futuro dei servizi energetici della città di Lodi e sulla presunta “decarbonizzazione” del teleriscaldamento.
Parteciperemo in qualità di uditori interessati ribadendo la richiesta che tali studi siano resi pubblici in versione completa e che ci sia la possibilità di implementarli e modificarli: tali studi, proposti dal Comune di Lodi subito dopo le elezioni del 2022, erano infatti attesi ma - come abbiamo sempre ricordato - non rispondenti alle nostre richieste (assemblea ottobre 2022).
L’Assessore Caserini, in risposta a due anni di nostre periodiche sollecitazioni, ha finalmente condiviso con alcuni di noi, una modesta sintesi non ufficiale, non firmata e non divulgabile, dei due studi che A2A presenterà questa sera (email del 7 marzo 2025). Abbiamo risposto subito con richieste di approfondimento a cui non ci è stata data risposta (il 7 e l’8 marzo). Infine, abbiamo inviato al Comune un documento che elencava le mancanze dei due studi commissionati ad A2A (email del 22 aprile) e poneva due domande:
gli studi che prevedono che la caldaia a gas continui a funzionare oltre il 2050, rappresentano l’orientamento dell’amministrazione?
perché Legambiente (sia il circolo di Lodi che il regionale/nazionale) non è stata invitata al confronto di oggi?
Ora entriamo nel merito, per quel che ne sappiamo, dei due studi che A2A illustrerà oggi.
L’inquinamento atmosferico.
Il primo studio di A2A riguarda la dispersione dei fumi delle nuove ciminiere che, dopo tre anni sono state tinteggiate di fresco. Da marzo 2022, quando abbiamo saputo che si stava costruendo una caldaia tradizionale a metano da 20 MW in centro città come centrale di integrazione del teleriscaldamento, abbiamo chiesto altro, d’accordo con tutti i consiglieri dell’allora opposizione, e cioè: perché non si fosse impiegato un sistema fondato su pompa di calore geotermica ad energia rinnovabile e a zero emissioni.
Perché non si tratta più di “aumentare di poco” inquinamento respirato a Lodi, ma di dimezzarlo entro il 2030. Anche l'inquinamento provocato dalla rete di teleriscaldamento cittadina. Perché l’allora Linea Green (partecipata A2A) ha realizzato una caldaia con una tecnologia che sarebbe oggi vietata persino in un nuovo impianto domestico? A casa nostra siamo obbligati a installare caldaie “a condensazione” più efficienti e vengono incentivati solo pompe di calore o impianti “ibridi” con caldaie di integrazione a condensazione.
In Pianura Padana, anche a causa delle pessime condizioni meteoclimatiche, subiamo le peggiori conseguenze sanitarie dell’accumulo degli inquinanti: l’inquinamento atmosferico è il primo fattore ambientale di mortalità e morbilità in Italia (più di 50 mila decessi prematuri all’anno). Nella sola Lombardia la stima è a circa 10.000 decessi. Tante le cause dell’inquinamento e su tutte si deve agire: perché allora pensare che sul riscaldamento si possa aspettare? Da parte di una azienda come A2A a controllo municipale?
Efficienza e decarbonizzazione negli edifici
La tecnologia tradizionale di una rete di teleriscaldamento (grandi centrali fuori città che forniscono tanto calore) ad alta temperatura (il progetto di Lodi nasce a più di 100 gradi) è nato nel centro nord Europa per fornire di acqua calda tanti mesi all’anno a tanti edifici adibiti a servizi o condominiali ad alta densità di consumi. E infatti, anche a Lodi, fornisce una quota minore delle esigenze energetiche degli edifici.
Oggi ci si orienta su reti di più modeste dimensioni, o persino singole grandi utenze o edifici sempre più efficienti di quelli che si costruivano o ristrutturavano 20 anni fa, con reti a media o bassa temperatura (anche 45 o 60 gradi) e magari comprendenti anche il raffreddamento estivo. Sempre più indispensabile a causa dei cambiamenti climatici e dell’invecchiamento della popolazione.
Inoltre le tecnologie delle pompe di calore hanno fatto enormi passi avanti, anche in Italia se ne sono già installate più di 6 milioni. Le pompe di calore permettono di riscaldare usando tre o quattro volte meno energia di una caldaia tradizionale. Sebbene costino ancora il triplo di una caldaia ed occupino più spazio, quando integrate con i pannelli solari permettono di dimezzare i costi di riscaldamento. Ma i prezzi di questa tecnologia stanno scendendo rapidamente e già oggi a Lodi sia le grandi utenze (ad esempio i supermercati) che le nuove ristrutturazioni condominiali trovano poco conveniente ad allacciarsi alla rete di A2A.
Il monopolio del tubo ad alta temperatura finisce con il gas. E’ forse per conservarlo che A2A propone, come principale correttivo alla sua offerta, di sostituire il metano con il biogas per alimentare la vecchia caldaia del tribunale? A2A ci ricorda quei nostalgici del diesel che sperano di alimentare la loro auto con biocarburanti sino al 2050.
Non capiamo perché A2A non voglia guardare al futuro, investendo nelle nuove tecnologie pulite e chiediamo al Comune di Lodi agisca a tutela degli interessi dei cittadini e riconosca quanto è bene per loro spingendo A2A in questa direzione".
Cordialmente
Per il Circolo Legambiente LodiVerde
il presidente Andrea Sari
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