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POPILLIA JAPONICA, UNA SCIAGURA

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Sabato 27 Settembre 2025

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La Popillia Japonica, un coleottero originario del Giappone, infesta ormai più di tre comuni lombardi su cinque (62%), con l’areale di presenza che si espande di circa 10 chilometri all’anno.

E’ quanto emerso in occasione dell’incontro “Popillia Japonica. Necessità e proposte del settore florovivaistico” organizzato a Canneto sull’Oglio nel Mantovano dal distretto PlantaRegina, in collaborazione con Coldiretti e Assofloro.

Un appuntamento dal quale è emerso un percorso condiviso tra Coldiretti, Assofloro, Crea e Servizio Fitosanitario Nazionale per una corretta ed efficace gestione del problema Popillia Japonica in ambito florovivaistico.

La Popillia Japonica è stata rinvenuta per la prima volta in Italia nel luglio del 2014 nella valle del Ticino, tra Piemonte e Lombardia: mentre le larve infestano i prati nutrendosi delle radici, gli adulti di Popillia sono in grado di attaccare oltre 300 specie vegetali, tra cui ad esempio mais, soia, vite, piccoli frutti, pomodoro, ma anche piante ornamentali come rosa, ibisco, glicine, tiglio e betulla. 

Questo flagello delle piante rappresenta solo uno degli organismi nocivi di origine straniera portati nelle campagne, nei boschi e nei vivai italiani dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi. Dalla cimice asiatica al tarlo asiatico, dal bostrico tipografo al punteruolo rosso, ogni anno in Italia gli insetti alieni causano danni per oltre un miliardo di euro.

“Occorre garantire alle aziende agricole efficaci strumenti di lotta – spiega Gianfranco Comincioli, presidente di Coldiretti Lombardia, intervenuto al convegno a Canneto sull’Oglio – considerando la consistente riduzione dei prodotti fitosanitari autorizzati senza che siano state prima sviluppate soluzioni di difesa integrata”.

A rendere più complessa la difesa delle colture è peraltro la burocrazia soprattutto a causa di una mancata armonizzazione delle normative all’interno dei confini Ue. Accade infatti che ogni sostanza debba essere approvata e valutata a livello nazionale.

“A questo proposito – precisa il presidente Comincioli – chiediamo l’adozione urgente di una procedura zonale di autorizzazione realmente armonizzata, come già previsto dalla normativa Ue, che consenta il riconoscimento automatico delle autorizzazioni all’interno della stessa zona senza dover ripetere inutili valutazioni nazionali”.

“E’ altresì necessario – conclude Comincioli – rafforzare il sistema di controllo comunitario alle frontiere”.
 

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