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8 MARZO, NON UNA FESTA

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Sabato 09 Marzo 2019

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"Più che alla celebrazione di una “festa” dai contenuti spesso esclusivamente imperniati sull’intrattenimento ed i consumi commerciali, la giornata dell’8 marzo ci chiama a sviluppare attente e approfondite riflessioni sulla condizione femminile nella nostra società, sulle direzioni in cui si muove il dibattito, politico e mediatico, a riguardo delle pari opportunità e sulle forme in cui si evolve anche la consapevolezza con cui le donne cercano di porsi sempre più al centro delle scelte che orientano le loro vite, le loro relazioni ed i loro percorsi professionali.

La differenza di genere, intesa come oggettivo fattore di discriminazione in vari ambiti (lavorativo, famigliare, culturale) e non come naturale riconoscimento di positive distinzioni e specificità, resta purtroppo una evidenza ancora concreta, radicata in costumi e consuetudini certamente meno grevi di quanto non accadesse in un passato nemmeno troppo lontano, ma dai quali non si registra ancora una piena e definitiva emancipazione.

Sono ancora molte (troppe) e gravi le forme di discriminazione e penalizzazione di cui le donne soffrono: è una discriminazione la difficoltà di accesso ai ruoli di vertice delle aziende così come delle pubbliche amministrazioni e delle formazioni politiche; è una discriminazione l’inferiore trattamento retributivo rispetto ai maschi a parità di mansioni e responsabilità assunte nel mondo del lavoro; è una discriminazione il preponderante carico di responsabilità di cura in ambito domestico e famigliare che rende difficilissimo e talora impossibile per le donne trovare ragionevoli modalità di conciliare questa funzione (che oltretutto ha una rilevanza sociale importantissima) con la dimensione professionale; non è solo una discriminazione, ma una vera e propria tragedia, la violenza di genere di cui le donne sono ancora troppo spesso vittime, come le cronache quasi quotidiane segnalano alla nostra attenzione.

Perché per le donne continua ad essere così difficile accedere al mondo del lavoro, e quando vi riescono perché è così difficile ottenere riconoscimenti in linea con le loro capacità e competenze? Perché il pregiudizio che in ambito famigliare imprigiona le 

donne in un ruolo di cura e maternità è stato in parte eroso ma non ancora del tutto sconfitto?

Perché le istituzioni e in generale la società non sono ancora state in grado di mettere in atto meccanismi e misure di prevenzione, assistenza e accompagnamento che pongano le donne il più possibile al riparo dall’arbitrio della violenza, non di rado subita proprio nella dimensione domestica e da parte del proprio partner?

Su questi gravi aspetti della condizione femminile siamo chiamati non oggi, ma sempre e con costanza a riflettere; oggi, invece, dobbiamo vivere la ricorrenza dell’8 marzo come occasione per rinnovare un impegno a rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono ancora alle donne di beneficiare di una effettiva parità.

Perché le donne non hanno bisogno di essere “festeggiate”, ma di rispetto e di gratitudine".

(Roberta Vallacchi, segretaria provinciale del Partito Democratico lodigiano)

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