“Dall’audizione dell’altro giorno è emerso un quadro ancora più grave di quello che si era prospettato in un primo momento. Dovremo assolutamente portare il tema al centro del consiglio regionale e lo faremo, come consiglieri del Pd, con un atto che possa essere discusso e approfondito in Aula”.
E' il commento di Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Pd e componente della Commissione speciale sulle carceri, dopo che in quest’ultima si è tenuta l’audizione in merito alla circolare inviata lo scorso 21 ottobre dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria a tutti i provveditorati generali e direttori penitenziari, sulla ‘Integrazione disposizioni relative ai provvedimenti autorizzativi degli eventi di carattere educativo, culturale e ricreativo presso gli istituti penitenziari’.
“Ci sembra più che corretto coinvolgere Regione Lombardia e di conseguenza il suo consiglio sia perché la Commissione carceri è nata proprio per occuparsi della tutela dei diritti delle persone private della libertà personale, sia perché le attività che si svolgono negli istituti penitenziari, a scopo educativo e riabilitativo, messe in difficoltà da questa Circolare, sono finanziate attraverso i bandi regionali. Quindi, chi è freddo sulla questione, dovrà rendersi conto che, invece, ci investe pienamente”, commenta la dem.
“E la dimostrazione della difficoltà che sta già creando si è vista proprio in audizione: avevamo chiesto di partecipare al Garante regionale dei detenuti, Gianalberico De Vecchi, che infatti c’era, ma anche alla Provveditore regionale all’amministrazione penitenziaria, Maria Milano Franco d’Aragona, che invece non ha potuto esserci perché, nonostante avesse chiesto l’autorizzazione alla Direzione generale del Dap di Roma almeno da una settimana, non ha ricevuto nessuna risposta e quindi l’incontro con noi per lei è saltato. Sono gli effetti della Circolare, cioè tutto deve essere autorizzato a livello centrale. Quindi, le lungaggini burocratiche sono tali che non si riescono a realizzare, a causa dei tempi, le attività”, sottolinea Vallacchi.
“De Vecchi ha confermato il quadro. Ci ha raccontato di aver parlato con vari direttori che sono impegnati a capire cosa succede adesso. E trovo perfetto riscontro nelle sue parole perché io stessa ho raccolto la voce di associazioni di volontari che dicono che già è stato impedito l’accesso alle carceri per fare le attività. Il punto è proprio che prima era la direzione dell’istituto penitenziario, in accordo con il Provveditore regionale, a dare l’ok, ora bisogna aspettare le autorizzazioni da Roma. Non solo: il problema è che serve l’elenco dei nomi e dei titoli dei partecipanti della comunità esterna a qualsiasi iniziativa. Nel caso di spettacoli teatrali o di partite di calcio in cui recitino o partecipino detenuti, bisogna comunicare con congruo anticipo anche chi viene ad assistere. Ma se Roma ci mette le settimane a rispondere, vuol dire organizzare almeno un paio di mesi prima come minimo, quando chi si accredita lo fa di solito a distanza di pochi giorni dall’evento”, esemplifica la consigliera Pd.
“Irrigidendo le norme non si fa altro che porre ostacoli al percorso di educazione e reinserimento previsto dalla nostra Costituzione. Inoltre, la circolare si applica a istituti dove ci sono persone detenute in regime di alta sicurezza, ma vale anche per quelle in media sicurezza che stiano nel medesimo carcere. In realtà, di fatto stiamo vedendo che la questione si sta estendendo a tutti gli istituti”, aggiunge la dem.
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